La squadra mobile di Venezia, grazie ad un esposto anonimo, ha ricostruito un giro di prostituzione che gravava attorno ad alcuni night club della provincia, chiusi durante il blitz. Dalle ricostruzioni degli inquirenti emerso un giro d'affari per diverse migliaia di euro ma anche un'organizzazione molto strutturata.
Le ragazze coinvolte nella rete, circa una cinquantina per lo più dall'Est Europa, soprattutto rumene, erano assunte regolarmente come collaboratrici dei locali. In realtà si prostituivano sia dentro che fuori i night. Le prestazioni avvenivano sia nei privè dei locali per un costo di 150 euro mezz'ora, in albergo fino a 500 euro mentre una notte in casa del cliente costava sino a 1.500 euro.
Nei casi di prestazione fuori dai club, le squillo portavano con loro i pos per consentire ai clienti il pagamento con carta di credito. Gli incassi, giustificati come consumi di bevande o acquisti di bottiglie avvenuti nel locale, finivano sui conti dei gestori e venivano regolarmente sottoposti a tassazione.
Il gip Davide Calabria ha disposto il carcere per i due gestori Matteo e Federico Vendramello, jesolani, rispettivamente di 40 e 44 anni, mentre ai domiciliari sono finite altre tre persone coinvolte nelle indagini. Su tutti loro pende l'accusa, a vario titolo, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
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