Secondo il sondaggio effettuato da Demos, e pubblicato questa mattina su La Repubblica, l'esito del referendum sul taglio dei parlamentari, che si svolgerà in primavera grazie alle firme decisive dei senatori della Lega depositate venerdì 10 gennaio, sembrerebbe essere un plebiscito: a favore della riforma che taglia 345 eletti e che dovrebbe portare risparmi inferiori ai 100 milioni l'anno, voterebbe l'86% degli italiani, detto in altro modo 9 elettori su 10. Questo dato è emblematico della scarsa fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Come spiegato dal sociologo Ilvo Diamanti nell'articolo,
"la riduzione dei parlamentari, infatti, tra i cittadini del nostro Paese, riflette un grado di sfiducia verso lo Stato e le istituzioni. Che in Italia appare più acuto e ha una storia lunga. Nella Prima Repubblica, questo ri-sentimento è stato ‘mediato' dai partiti di massa. In primo luogo, dalla DC. Mentre nella Seconda è stato interpretato da Silvio Berlusconi".
La riforma costituzionale, fortemente voluta dai Cinque Stelle e approvata in via definitiva dal Parlamento lo scorso ottobre, dovrà passare la consultazione popolare prima di poter entrare in vigore.
Analizzando il voto degli elettori secondo le preferenze politiche, emerge che "il consenso massimo si incontra nella base della Lega e dei Fratelli d'Italia. Oltre che, ovviamente, del M5S, il partito che ne ha fatto una bandiera," scrive Diamanti.
Anche nel Pd la stragrande maggioranza è favorevole alla riforma, tuttavia il dato è leggermente inferiore a quello del sondaggio: il 79% degli elettori del Pd sono pronti a votare sì alla riforma, aggiunge Diamanti.
Approfondendo l'analisi, la riduzione dei parlamentari incontra un più largo consenso tra coloro che ritengono il Parlamento "sempre meno necessario" (95%), e tra coloro che invocano un "leader forte" (oltre 90%), coerentemente con l'ampio gradimento della riforma dei partiti sovranisti di Lega e Fratelli d'Italia.
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