E’ la prima volta che una simile presa di posizione su un tema tanto sensibile e capace di dividere l’opinione pubblica e accendere dibattiti parlamentari, vede una convergenza di posizione tra i rappresentanti delle tre fedi monoteistiche.
Nel documento firmato in Vaticano e consegnato nelle mani del Pontefice si affrontano le problematiche morali, religiose, sociali e legali del trattamento del paziente in fase terminale. Si chiede il rispetto dell’obiezione di coscienza per medici e personale sanitario alle azioni che contrastano valori etici, attenzione per pazienti gravi che non devono mai sentirsi un peso, corretta valutazione dei trattamenti a sostegno e prolungamento della vita, una migliore assistenza pagliativa possibile, ma anche il rifiuto dell’accanimento terapeutico. Punti che entrano in un appello per leggi e politiche volti a proteggere la dignità e i diritti del paziente morente.
Il Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontifica Accademia per la Vita ha spiegato in questo modo l’iniziativa ai microfoni dei media:
“Questo testo è molto utile anche per le società civili perchè non si basa solamente su questioni di fede ma coglie la sostanza della cura e coglie la sostanza dell’accompagnarsi gli uni gli altri per una cultura della cura e non dello scarto”.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione alla Stampa Estera, insieme con i rapprentanti delle altre religioni ha poi aggiunto: “
"Si tratta solo del primo passo. Ora il testo sarà offerto anche alle altre religioni. Abbiamo già avuto contatti, non ufficiali, con buddhisti e induisti".
Nelle conclusioni della dichiarazione congiunta si legge: “dobbiamo impegnarci affinché il desiderio dei pazienti di non essere un peso non ispiri loro la sensazione di essere inutili e la conseguente incoscienza del valore e della dignità della loro vita, che merita di essere curata e sostenuta fino alla sua fine naturale".
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