Il polmone verde della Terra che brucia non può non lasciar indifferenti.
Come preannunciato ieri da Legambiente, oggi a Milano gli ambientalisti si sono uniti insieme al presidio indetto dal movimento di "Friday For Future Milano" davanti al Consolato del Brasile in corso Europa.
L'obiettivo della manifestazione è sensibilizzare l'opinione pubblica sui roghi in Amazzonia e protestare contro l'amministrazione del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, accusato di complicità per la situazione in atto.
L'#Amazzonia brucia come non mai! Domani 23 agosto alle 11 partecipiamo con #FridayForFuture a presidio davanti a Consolato Brasiliano a Milano, contro politiche scellerate che stanno distruggendo il polmone del nostro pianeta. Fermare questa follia è una necessità! #SOSAmazonia pic.twitter.com/mvPSHjLISQ
— LegambienteLombardia (@LegambienteLomb) August 22, 2019
Dalla pagina Facebook del movimento ambientalista, fanno sapere che al picchetto di protesta davanti la sede diplomatica brasiliana sono presenti centinaia di persone.
Stamattina davanti al Consolato del Brasile con il movimento #FridaysForFurture per stop a deforestazione indiscriminata supportata da scellerata presidenza di Jair Bolsonaro in favore degli allevamenti intensivi e coltivazioni di soia #SOSAmazonia https://t.co/DrIq1rfHuB pic.twitter.com/ngWgLoreDC
— LegambienteLombardia (@LegambienteLomb) August 23, 2019
Il vicepresidente di Legambiente Lombardia Marzio Marzorati ha parlato di "scempio del più grande polmone verde della Terra nell’indifferenza politica globale." Ha criticato il primato di "effimeri interessi economici" sulla sicurezza della biodiversità e umanità ed ha messo in evidenzia lo stretto legame tra incendi e cambiamenti climatici, auspicando l'intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
"Siamo molto vicini alla soglia di non ritorno per quanto riguarda i cambiamenti climatici, e non possiamo permettere che uno dei principali fattori di assorbimento di CO2 atmosferica e di produzione di ossigeno e di vapore acqueo venga irrimediabilmente distrutto. Chiediamo dunque un intervento immediato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU".
Il presidente brasiliano è nel mirino non solo degli ambientalisti, ma anche di importanti leader politici europei.
Il capo di Stato francese Emmanuel Macron ha lanciato su Twitter l'allarme sulla "crisi internazionale" per i roghi in Amazzonia, reclamando il diritto del G7 di mettere in agenda la questione nel prossimo vertice. Non si è fatta attendere la risposta di Bolsonaro, sempre via social, che ha accusato l'inquilino dell'Eliseo di cedere al "sensazionalismo" per "interessi politici personali", dimostrando inoltre una "mentalità colonialista".
Nelle ultime ore anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, solidarizzando con la proposta di Macron, ha fatto sapere di essere favorevole alla discussione degli incendi in Amazzonia nel vertice del G7.
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