Cinque anni fa, il 6 agosto 2014, la Russia ha vietato l'importazione di alcuni tipi di prodotti agricoli, materie prime e prodotti alimentari dai paesi che hanno introdotto sanzioni anti-russe: Stati Uniti, Stati dell'UE, Canada, Australia e Norvegia. Il divieto comprendeva carne, salsicce, pesce e frutti di mare, verdure, frutta, latticini. Mentre le sanzioni dell'Occidente venivano estese, la Federazione Russa ha risposto prorogando l’embargo fino al 2020.
"Per l'Italia, il tema dell'embargo russo è di particolare importanza a causa del suo effetto negativo per i produttori di quei beni che sono stati inclusi negli elenchi delle sanzioni. Se confrontiamo l'andamento delle esportazioni dei beni consentiti, possiamo vedere quale sarebbe potuta essere la crescita di tutte le esportazioni agricole in un paese amichevole come la Russia, che riconosce l'alta qualità del cibo italiano", ha detto.
Il capo di Coldiretti ritiene che l'Europa abbia usato il conflitto in Ucraina come scusa e "non avesse motivo" d'imporre le sanzioni contro la Russia.
"E come spesso accade, il settore agroalimentare ne ha sofferto, e in Europa l'Italia è diventata uno dei paesi che sta pagando il prezzo più alto per esso. Stiamo ancora vivendo conseguenze significative, perché l'embargo ha portato a perdite economiche per oltre un miliardo di euro in cinque anni. Ma tenendo conto che calcoliamo queste perdite sulla base dei dati di cinque anni fa, e tenendo conto che si trattava di un mercato in rapida crescita, potrebbero esserci perdite anche più alte", ha affermato il presidente di Coldiretti.
Secondo lui, il pericolo per i produttori agricoli italiani è il fatto che il loro posto nel mercato russo sia stato occupato da paesi non toccati dalle misure di ritorsione della Federazione Russa.
"Parlo, ad esempio, dell'Argentina e del Brasile, che hanno approfittato della diminuzione della presenza italiana nel mercato russo. E se l'embargo verrà revocato, per l'Italia non sarà facile tornare lì. Speriamo che ciò accada nel prossimo futuro", ha affermato Prandini.
Ha sottolineato che solleva regolarmente la questione della revoca delle sanzioni anti-russe durante gli incontri con il governo.
"A tutti i livelli dei negoziati a cui partecipiamo, attiriamo l'attenzione del governo italiano sul fatto che l'Italia deve impegnarsi a livello europeo affinché avvenga un cambiamento nel corso del mercato russo. Altrimenti continueremo a danneggiare l'industria, che significa danni a occupazione, reddito e crescita oggi e in futuro", ha dichiarato il capo di Coldiretti.
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