Si tratterebbe della più grave tragedia in mare di quest'anno, riporta l'UNHCR. "Un promemoria, se necessario, che deve esserci un cambiamento nell'approccio alla situazione mediterranea. È urgente la necessità di salvare vite in mare" ha scritto su Twitter il portavoce dell'UNHCR per il Mediterraneo, Charlie Yaxley.
Filippo Grandi, commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, chiede di rimettere in mare le navi per i salvataggi, chiudere i centri di detenzione in Libia e apertura di corridoi umanitari.
I sopravvissuti hanno ricevuto i soccorsi da Medici Senza Frontiere. Molti di loro, secondo quanto riferito dall'organizzazione, si troverebbero in stato di shock con sintomi di pre-annegamento, ipossia e ipotermia. Secondo le testimonianze dei superstiti, sono almeno un centinaio i passeggeri che mancano all'appello, mentre si parla di un avvistamento di circa 70 corpi galleggianti sull'acqua che ancora non sono stati recuperati. Tra le vittime ci sarebbero donne e bambini.
La maggior parte dei passeggeri sarebbero di origine eritrea. I migranti messi in salvo sono stati riportati in Libia, da dove erano partiti, dalla guardia costiera libica. Non è chiaro se fossero tutti a bordo di un unico barcone o se le imbarcazioni fossero più di una.
L'UNHCR mostra preoccupazione per lo stato delle cose e soprattutto per i respingimenti dei migranti in Libia. Secondo quanto riferisce Yaxley, una volta rientrati in Libia i migranti verrebbero rinchiusi nei centri di detenzione e lì ricomincerebbe il loro calvario. Sarebbero più di 4000 le persone salvate dalle acque, riportate in Libia e rinchiuse nei centri di detenzione nel solo 2019.
4,000+ people have been returned to Libya after being intercepted by Libyan Coast Guard in 2019
— Charlie Yaxley (@yaxle) July 25, 2019
Many are trapped inside detention centres close to the ongoing violence.
They MUST be released+no one else taken to detention after being intercepted at sea https://t.co/HUEutpb5J6
Gli sbarchi non si fermano
I naufragi e il rischio di finire rinchiusi in un campo libico non bastano a fermare i barconi. La Sea Watch fa sapere che Moonbird, uno dei suoi velivoli di monitoraggio, ha avvistato un gommone a circa 50 miglia dalle coste libiche, diretto a nord, che trasportava circa 75 passeggeri a bordo. Riferisce di aver avvisato Eilbek, il mercantile più prossimo, ma non aver ricevuto alcuna risposta.
Mediterranean Hope riferisce di un minisbarco avvenuto in serata a Lampedusa. Si tratta di due barchini, salpati dalla Tunisia, che trasportavano 20 persone in tutto, provenienti da Egitto, Tunisia e Marocco, tra cui una donna e un minore non accompagnato.
#Lampedusa 20 persone a bordo di due barchini sono state salvate dalla @guardiacostiera. Su un'imbarcazione viaggiavano 7 persone, tutti uomini tunisini partiti da Mahdia 3 giorni fa. Sull'altra 13 persone: 11 uomini, 1 donna e 1 MSNA. Erano originari di Egitto Tunisia e Marocco. pic.twitter.com/SAW4wJKKVG
— Mediterranean Hope (@Medhope_FCEI) July 25, 2019
Il peschereccio siciliano che soccorre i migranti
Nella notte tra mercoledì e giovedì, invece, un peschereccio partito da Sciacca (Ag), l'Accursio Giarratano, ha soccorso al largo di Malta 50 migranti che si trovavano alla deriva su un gommone e in stato di disidratazione.
Non è la prima volta che l'armatore, Gaspare Giarratano, va in soccorso dei gommoni. "Noi soccorriamo con tutto il cuore i migranti in difficoltà - spiega - e lo facciamo anche come omaggio alla memoria di mio figlio morto", Accursio, il figlioletto morto per un male incurabile a 15 anni. A lui è intitolata la barca.
Il motopeschereccio ha sospeso le attività di pesca e atteso il permesso delle autorità maltesi a sbarcare. "Non li avremmo mai lasciati alla deriva, torneremo a casa dalle nostre famiglie dopo che avremo conosciuto la loro sorte", dice il comandante, Carlo Giarratano, l'altro figlio dell'armatore.
Non avendo ricevuto l'autorizzazione da Malta, è toccato ad una motovedetta mandata da Lampedusa prendere a bordo i migranti, che sono stati portati sull'isola delle Pelagie.
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