"Quando i rapporti commerciali ed economici tra due Paesi sono accompagnati da scambi culturali, le relazioni tra popoli pur geograficamente distanti sono destinate a diventare inevitabilmente più solide e durature nel tempo", ha scritto Conte.
"Non potevo dunque lasciare Pechino senza un doveroso omaggio ad alcuni luoghi simbolo della millenaria cultura cinese. Luoghi come la “Città proibita”, nel cuore di Pechino, il maestoso palazzo imperiale delle dinastie Ming e Qing che per 500 anni è stata l’abitazione degli imperatori e delle loro famiglie e centro nevralgico per le attività del Governo cinese; il Tempio dei Lama, luogo di culto di grande suggestione, nonché il più grande tempio buddhista della città; e infine il Museo Nazionale cinese dove ho avuto modo di ammirare sia alcuni manufatti dell’Esposizione permanente che la mostra “The journey back home” dedicata ai 796 reperti archeologici che il nostro Paese ha restituito alla Cina", ha osservato lui.
"Come ho detto ieri al Presidente Xi, spero di poter tornare presto. Sono tanti i temi da approfondire, molteplici le prospettive di sviluppo per nuove collaborazioni. E sono convinto che da questa rinnovata partnership entrambi i Paesi riusciranno a trarne reciproci benefici, a parità di condizioni", ha concluso il premier.
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