Al grido di "Italia razzista", un centinaio di migranti ospitati in una tendopoli nella cittadina di Rosarno, nell'estremo sud dell'Italia, hanno protestato questa notte e questa mattina dopo l'uccisione di un cittadino maliano, morto a causa di un colpo di arma da fuoco partito dalla pistola di un carabiniere presente nel campo. Il militare avrebbe sparato, secondo le prime ma poco chiare ricostruzioni, dopo aver ricevuto una coltellata da parte migrante nel corso di una rissa che due carabinieri avrebbero cercato di sedare.
La vittima, il 27enne Sekine Traore, apparentemente ubriaco nelle prime ore della mattina di ieri, è venuto in contatto con i carabinieri presenti nel campo dopo aver tentato di rapinare altri migranti, scagliandosi contro di loro prima di essere freddato con un colpo di pistola.
Rosarno è un luogo tristemente divenuto simbolico dello sfruttamento dei migranti irregolari che arrivano in Italia e si fermano in Calabria. Nel 2010 fu teatro di violente proteste da parte di centinaia di migranti, ridotti a lavorare nei campi agricoli per pochi euro e a vivere in sistemazioni di fortuna, quali baracche o edifici fatiscenti e abbandonati ai margini della città.
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