L'approvazione del contestato emendamento sul giacimento di Tempa Rossa, al centro delle intercettazioni telefoniche che hanno costretto Federica Guidi alle dimissioni, è stata un'idea di Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio italiano si è assunto la paternità della legge rispondendo ieri ad una domanda sulla vicenda nel corso della trasmissione televisiva "In mezz'ora".
"Ho scelto io di fare l'emendamento e lo rivendico con forza. Se i magistrati vogliono mi interroghino".
Renzi, che ha accettato immediatamente le dimissioni presentate pochi giorni fa dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, si trova adesso ad affrontare il fuoco di fila delle opposizioni, che starebbero lavorando per ottenere i numeri per una mozione di sfiducia al ministro Maria Elena Boschi, lambita dall'inchiesta per essere stata menzionata nelle intercettazioni oggetto delle dimissioni di Guidi.
Il premier italiano ha così difeso la decisione del governo di andare avanti sull'emendamento, sottolineando come non vadano, a suo avviso, confuse le indagini con la realizzazione di opere pubbliche.
"Non è l'emendamento in sé il problema — ha dichiarato Renzi ieri — ma se qualcuno commette atti illeciti. Se ci sono opere non vanno bloccate le opere, se qualcuno ruba va bloccato il ladro".
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