Sono ancora confuse e frammentarie le notizie provenienti dallo Zimbabwe, dove due cittadini italiani sono stati uccisi ieri dai guardiani di una riserva di caccia a Mana Pools dove, secondo quanto riferito dai media italiani, stavano compiendo un'operazione anti bracconaggio. Le autorità del parco, per una tragica ironia della sorte, li avrebbero scambiati per cacciatori di frodo.
La Farnesina, informata nella tarda serata di domenica dei fatti, ha attivato i contatti con l'ambasciatore italiano Enrico de Agostini, che secondo quanto riportato dalla stampa italiana conoscerebbe personalmente le vittime, Claudio Chiarelli, 66 anni, ed il figlio 29enne Massimiliano.
La figura di Chiarelli, amante dei safari e della caccia, era già balzata agli onori delle cronache in Zimbabwe negli anni novanta, quando aveva personalmente acquistato dei terreni per realizzare una riserva naturale a protezione delle specie faunistiche presenti nel Paese. Minacciato, come da lui stesso raccontato, da commandos armati che spingevano all'epoca i proprietari terrieri stranieri ad abbandonare le proprietà, Chiarelli fu alcuni anni dopo testimone di un altro sfortunatissimo episodio, durante una battuta di caccia nel 2006, in cui fu testimone della morte di un suo amico, rimasto vittima di un attacco da parte di alcuni elefanti.
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