La Commissione Europea risponde indirettamente alle richieste italiane sulla flessibilità, ribadendo il sostegno alle riforme, considerate la chiave per poter sbloccare quello 0,3% di spazio sui conti italiani che il governo Renzi invoca da mesi. E lo fa con un'intervista, apparsa oggi su quotidiano la Stampa, scaturita da un incontro che il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha avuto con alcuni giornalisti di diverse testate europee.
"Noi sappiamo che l'Italia non è il Paese che beneficia di meno dell'aiuto dell'Europa. Può ottenere la clausola sugli investimenti o delle riforme strutturali e, nonostante tutto, critica. E dice 'non abbiamo abbastanza' quando hanno più di chiunque altro".
Così si è espresso Moscovici a proposito delle recenti esternazioni italiane, che secondo il commissario UE "vanno bene dal punto di vista della retorica ma non della realtà". Poi, rispondendo ad una domanda specifica sul tema della flessibilità richiesta da palazzo Chigi, Moscovici ha ribadito quanto già espresso nei recenti meeting economici a Bruxelles.
"L'Italia — ha detto il commissario — è il solo Paese ad aver chiesto più tipi di flessibilità, quella per gli investimenti e quella strutturale. Su quest'ultima — ha sottolineato Moscovici — non è una novità perché avevamo già concesso 0,4 punti di margine. La prima — ha concluso — può essere ottenuta, basta dimostrare che gli investimenti sono stati tali da giustificare la flessibilità aggiuntiva dello 0,3% auspicata".
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