Anticipato ad oggi il Consiglio dei ministri in cui si dovrebbe varare il provvedimento sui fondi da destinare a Roma per il Giubileo, la capitale continua però a vivere giorni difficili. L'attesa è tutta per la relazione che il ministro degli Interni Angelino Alfano presenterà sulla base del documento depositato al Viminale dal prefetto di Roma Franco Gabrielli sulle infiltrazioni criminali nel Comune di Roma.
Smentite le voci di un pronunciamento del ministro in questi ultimi giorni prima della pausa estiva, con la novità delle ultime ore: tutto è rinviato a settembre. Il ministro, di concerto con palazzo Chigi, che avrebbe chiesto ad Alfano di prendere tempo "per approfondimenti".
Slitta così il pronunciamento definitivo da parte del governo centrale, dopo la relazione di accesso e l'allegato del prefetto Gabrielli che, come ampiamente descritto nelle ultime settimane, assolve in qualche modo l'amministrazione Marino, lasciando dire agli analisti che non ci sarà lo scioglimento. Ora, er conoscere il verdetto finale dunque, sarà necessario attendere almeno i primi giorni di settembre.
Intanto oggi è stato il giorno dell'audizione del prefetto di Roma alla commissione parlamentare antimafia. Sacrofano, Castelnuovo di Porto, Morlupo e Sant'Oreste, quattro comuni dell'hinterland romano, vanno sciolti per infiltrazioni mafiose. Questa la "sentenza" di Gabrielli, che di fronte ai parlamentari dell'Antimafia ha descritto uno scenario che va ben oltre il Campidoglio e dove, testualmente, "Roma e la sua provincia presentano fattori che continuano a renderle permeabili ai traffici illeciti delle organizzazioni criminali".
Poi, rispondendo alle domande dei cronisti all'uscita dall'audizione, ha parlato tra le altre cose dei verbali di Salvatore Buzzi, tra gli indagati di Mafia Capitale, che ha tirato in ballo le attuali amministrazioni di Regione Lazio e Comune di Roma. "Stiamo parlando di un imputato che si difende — ha tagliato corto Gabrielli — parliamo di valutazioni che la Procura dovrà fare ed eventualmente portare all'attenzione di un giudice".
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