Professoressa, sappiamo che il Piano A sull'immigrazione si basa su due pilastri principali: distribuzione dei profughi che hanno diritto all'asilo; immediato rimpatrio nei paesi di origine per chi non ha i requisiti. Che cosa prevede invece il piano B di Renzi? Come l'Italia pensa di sfidare l'Ue sulla mancata solidarietà sull'emergenza immigranti?
"Il piano B di Renzi tratta di due aspetti. Il primo — concedere i permessi provvisori di identità ai migranti il modo che possano poi passare in altri paesi dell'Unione Europea. L'atra questione è vietare l'attracco nei nostri porti delle navi straniere che soccorrono i migranti nelle acque internazionali.

Secondo Lei, in attesa del Consiglio europeo del 25-26 giugno, l'Italia potrebbe contare sull'appoggio di qualche partner europeo per rivedere il regolamento Dublino II e di qualche altro paese arabo per risolvere questo problema?
"Un'idea di Renzi è fare degli accordi con i paesi di provenienza — già siglata un'intesa con il Gambia due settimane fa e adesso vorrebbe farlo con Costa D'Avorio, Senegal, Bangladesh, Mali, Sudan e altri stati. Però non tutti sono disponibili. Noi dobbiamo capire che purtroppo non si tratta di una lieve crisi, ma che si sta movendo tutta l'Africa. Il problema non riguarda soltanto l'Italia — il suo caso è più lampante perché' arrivano con i barconi ma ci sono anche frontiere terrestri nella UE. Pensiamo alla Bulgaria, alla Svezia che sono a loro volta di fronte a questo problema.
Ad esempio, la Bulgaria da sola ha un milione di profughi. Per cui questo problema riguarda l'intero continente europeo. Non si rimedia con i piccoli escamotage. Non dimentichiamo poi che nel Mediterraneo abbiamo un quadro complesso: c è la guerra e combattimenti in corso in Libia, non c'è un governo che ha l'autorità sulla popolazione e sul territorio. A mio avviso, per uscire da questa emergenza occorre lavorare durante il Consiglio dei capi di stato e di governo con solidarietà' e cooperazione. Bisogna comprendere che oggi l'Italia da sola affronta questo problema, ma domani possono essere altri — Bulgaria, Spagna o Francia ecc. Bisogna considerare la gravità della situazione africana nel suo complesso per cui l'Europa si deve attrezzare per affrontare questo grave disastro".
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