“Da “vicini di casa” confinanti, benché di Stati diversi, siamo a chiedere un incontro per valutare quali possibilità mettere in campo, nell’ipotesi in cui l’Europa ritardasse ulteriormente l'approvvigionamento dei vaccini. Siamo consapevoli del fatto che San Marino non potrebbe non trattare né con l’Italia né con le Regioni, tuttavia riteniamo che l’incontro potrebbe costituire un’importante opportunità, certamente in termini sia conoscitivi che sollecitatori, perché certi che l’incontro possa far comprendere al nostro Paese l’importanza del coraggio e della necessità di aprire nel più breve tempo possibile un corridoio vaccinale diretto con la Russia.
Nell’immediato risulterebbe importante che il vostro Governo estendesse il vaccino alle tante migliaia di frontalieri che ogni giorno dai nostri territori varcano il confine per raggiungere il vostro Stato. In questo senso - in qualità di Sindaci - vogliamo offrire alla Repubblica di San Marino massima ed immediata disponibilità per addivenire se necessario anche alla stipula di accordi diretti, e rendere possibile ai lavoratori frontalieri di vaccinarsi con lo Sputnik. Noi Sindaci, ambasciatori dei nostri cittadini, siamo il fronte della politica, quello più vicino ai bisogni della collettività, ma anche quello con le armi troppo spesso spuntate. Questa volta non possiamo stare a guardare. “Whatever it takes”, - scrivono a quattro mani i Sindaci Domenica Spinelli e Leonardo Bindi.

— Sindaco, cosa vi ha spinto di scrivere questa lettera alle autorità sammarinesi?
— Innanzitutto, la voglia di fare i complimenti alla Repubblica di San Marino per il coraggio nel momento di difficoltà in cui non arrivavano i vaccini dall’Italia. E poi ci ha spinto il principio di sinergia con il governo sammarinese ed è per questo abbiamo deciso di agire nell’interesse dei nostri lavoratori frontalieri.
A livello regionale noi abbiamo 6,5 mila frontalieri i quali vanno a lavorare nel territorio sammarinese e quindi si ritrovano in una situazione di disparità. Il Titano ha a disposizione il vaccino, per cui abbiamo chiesto loro di intercedere con il governo italiano per fare un accordo con tutta la popolazione che è vicina a San Marino. In questa modalità riusciremo sicuramente ad arrivare prima ad immunità di gregge in tutto il territorio e come Riviera saremmo anche più forti sul piano economico per far ripartire l'unico settore che ci da sostegno che è quello del turismo.
— Avete trovato il modo per proporre accordi diretti tra San Marino e i vostri Comuni? Come ha reagito il Titano?
— Come è possibile superare le attuali normative che impediscono a un cittadino italiano di vedersi somministrato un farmaco non approvato dalle autorità europee e nazionali?
— È chiaro che tecnicamente siamo bloccati dall’ok che dovrebbe venire dal governo. Però credo che ci siano anche delle esperienze già in atto (mi riferisco al caso della Svizzera) che hanno consentito di accedere ai vaccini il prima possibile.
— Quale potrebbe essere la via d'uscita? Come pensate di mettere in atto il corridoio vaccinale con la Russia di cui si parla nella vostra lettera?
— Abbiamo chiesto al nostro presidente della regione Bonaccini innanzitutto di procede autonomamente con l'acquisto di altri vaccini, o per lo meno con la prenotazione, come ha fatto De Luca anticipando tutti.
Il Comune è un ente minoritario, rispetto alla provincia, rispetto alla regione e alla nazione, e ha bisogno degli strumenti. Per questo vogliamo chiedere al presidente della nostra regione di sottoscrivere una dichiarazione di intenti che deve essere finalizzata alla immediata sperimentazione, così come ha fatto San Marino. Il Comune di Coriano e il Comune di San Leo sono pronti ad aprire questo corridoio subito, ovviamente in condizioni legittime (un sindaco può adottare anche delle ordinanze urgenti) per poter dare delle risposte immediate ai nostri cittadini.
— E cosa pensano della vostra iniziativa gli abitanti di Coriano?
— Vorrei ricordare che la salute è di competenza dei sindaci, è di competenza nazionale e non europea. I cittadini si aspettano da noi operatività. Non solo i frontalieri ma anche gli imprenditori economici ci chiedono di fare azioni velocissime e concrete perché, qualora non dovesse arrivare il vaccino, che è considerato l'unica soluzione in questa situazione, noi non saremo in grado di aprire le nostre attività. I cittadini mi dicono: “Sindaco, metti le risorse che hai a disposizione e compri i vaccini per i cittadini di Coriano”. Alcuni imprenditori mi dicono pure che saranno disposti a comprare i vaccini con i propri soldi.
Mettiamoci da parte le bandiere politiche e cerchiamo di capire che nel momento della pandemia alla gente, che ha voglia di uscire da casa e di ricominciare, non interessa da dove arriva il vaccino: dalla Russia, dagli USA o dall’Israele. Alla gente interessa che il vaccino sia qui in Italia!
— Gli europei vogliono una scelta di vaccini sicuri ed efficienti, ai quali appartiene senz'altro lo Sputnik V. Dal 10 aprile un team di ispettori dell’Ema si recherà a Mosca per analizzare gli studi clinici condotti prima di produrre il vaccino russo in Europa. Quali sono le Sue aspettative da questa missione?
— A mio avviso, la soluzione arriverà a breve e anche Draghi dovrà aprire. Perché in questa vicenda l'Europa, che non ha la competenza sanitaria, ha giocato un ruolo di coordinamento nell’approvvigionamento dei vaccini tra gli Stati e ha commesso degli errori che ci hanno fatto perdere del tempo. Dall'inizio della pandemia tutti hanno investito sulla sperimentazione e la cosa più grave che è successa in Europa è che i Big pharma, che hanno fatto sperimentazioni con i soldi pubblici, non concedendo i brevetti. Questo è il problema principale di cui nessuno parla.
La competenza sanitaria è della nazione per cui, secondo me sia l’Ema che l’Aifa, arriveranno in tempi brevi a dover riconoscere la validità del vaccino russo. Come dicevo, al di là di tutto, è già presente da mesi nei 60 Paesi, e vorrei vedere un'agenzia di questo tipo che dica di no a questo farmaco.
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