Il maestro, che è solito creare composizioni in acciaio inox nel suo studio Steel Art Gallery nella cittadina siciliana di Savoca, ha rilasciato un’intervista a Sputnik in cui spiega il motivo della sua decisione di girare una mini-serie su un tema per la sua produzione piuttosto insolito.
Cucina a ruote
“È improbabile oggi trovare una persona la cui esistenza non sia stata toccata dal coronavirus. Durante le lunghe giornate del lockdown di primavera e da lì in poi ho cominciato a ripensare le cose in modo diverso. È stato un periodo molto prolifico per le mie creazioni. Uno dei prodotti di quel periodo è stato una grande opera dedicata ai medici e agli operatori sanitari venuti a mancare perché impegnati in prima linea a lottare contro il COVID-19. D’altro canto io così come molti miei conterranei che adesso, ad esempio, non possono andare a teatro, al cinema o a visitare una mostra abbiamo molto tempo libero che prima non era invece mai abbastanza. Allora nel mio studio ho creato un’opera sui generis grazie alla quale ho unito i miei quadri, le mie sculture e dei fuochi veri e propri su cui è possibile cucinare. Si tratta di una costruzione composita su ruote che a propria discrezione si può trasportare da un luogo a un altro”, spiega.
Secondo il progetto di Ucchino, i cui amici sono sempre stati buone forchette e alcuni anche bravi cuochi, l’arte culinaria doveva prendere vita direttamente nel suo studio Steel Art Gallery fra le altre sue innumerevoli creazioni. Il sessantottenne artista è autoironico quando parla della sua nuova passione, per questo ha intessuto per la sua mini-serie una trama piuttosto divertente.

Progetto casalingo
Questo è un progetto in tutto e per tutto casalingo: alle riprese troviamo soltanto due persone, il maestro stesso e un suo amico, l’architetto Salvatore Coglitore. Mentre Ucchino nella serie rappresenta se stesso, Coglitore rappresenta invece l’aristocratico siciliano caduto in rovina che è sempre affamato e si reca allo studio dell’artista per visionare le opere di quest’ultimo e, in ultima istanza, per dare tregua al suo appetito.
Nella serie Ucchino prepara effettivamente dei piatti molto appetitosi che il suo goloso ospite si affretta a consumare. L’unica eccezione a questo schema è il quarto episodio in cui il piatto viene accidentalmente consumato da un cane entrato nell’abitazione. Il duo comico viene poi raggiunto dal cugino scultore Fabrizio Sergi, nel ruolo di regista, e da suo fratello Lorenzo Sergi, autore della piacevole colonna sonora.
“Per me si tratta di un’esperienza del tutto nuova. Prima, infatti, sui social si vedevano solo i miei quadri e le mie sculture. Noi abbiamo denominato scherzosamente questo progetto Dalla fucina alla cucina. Abbiamo già girato 5 episodi durante i quali ho cucinato 4 diversi piatti: riso e fagioli, pasta col baccalà, risotto alla crema di ricotta e riso ai calamari. Mentre il quinto episodio è dedicato ai celebri arancini siciliani. Questa delizia da noi si mangia direttamente in strada, proprio come altrove si mangia il gelato”, osserva l’artista.
Pare che nell’evoluzione della storia il progetto di Ucchino sia ben presto uscito dal contesto delle riprese “casalinghe”. Come ha rivelato a Sputnik, nel 2021 parteciperanno alla mini-serie diverse note figure della cultura e dell’arte italiane. Il primo a giungere nello studio di Savoca sarà il noto attore di teatro e cinema Antonio Catania.

Stile barocco
Ucchino stesso considera la cucina una vera e propria arte perché consente ad ognuno di esprimere se stesso e di rendere felici i propri cari. Per questo, Ucchino nutre un profondo rispetto per la cucina siciliana.
L’artista è convinto che la Sicilia sia la patria della cucina moderna.
“Nel IV secolo a.C. il poeta e gastronomo greco antico Archestrato di Gela fondò la sua scuola di cucina a Siracusa. E proprio Archestrato fu l’autore del primo libro di cucina, il poema satirico Hedypatheia che si può tradurre come Le gioie della vita. A noi sono giunti solamente degli estratti di questo libro dedicati al pesce, agli antipasti, alle spezie e a dove trovare il miglior cibo nel Mediterraneo”, ricorda Ucchino.Ma secondo l’artista la ricca cucina siciliana non può che essere definita “barocca”. Infatti, secondo lo scultore, questo sarebbe dovuto alla storia stessa dell’isola che fu colonizzata dai greci antichi e dai cartaginesi, poi divenne la prima provincia romana, poi il granaio dell’impero e ha sempre attirato diversi popoli.
“Un tempo la Sicilia era il più vivace incrocio di popoli del Mediterraneo: venivano in Sicilia gli ostrogoti, i bizantini, i saraceni, i normanni. Poi queste interazioni contribuirono a formare una incredibile commistione culturale sulla cui base nel XVII secolo si venne a creare il celebre barocco siciliano. Questo stile si caratterizza per una moltitudine di singole e irripetibili opere d’arte e architettoniche. E la nostra cucina è pervasa proprio da questo peculiare e incomparabile stile”, conclude Ucchino.
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