A che cosa è dovuta questa scelta? Per parlarne Sputnik Italia ha raggiunto in esclusiva il Prof. Ferrada de Noli.
— Professore, potrebbe spiegarci perché Lei ha deciso di puntare proprio sullo Sputnik V e non vuole aspettare l'arrivo del vaccino di Pfizer o di Astra-Oxford? Dal punto di vista farmaceutico il vaccino russo, a Suo avviso, è più efficace?
— Il vaccino russo Sputnik V, per quanto ne so, è stato il primo ad essere riportato a settembre 2020 da una rivista medica, The Lancet. È stata inoltre confermata l'efficacia del vaccino Sputnik V al 95%, che lo rende altrettanto efficace come quello di Pfizer (95%).

— In teoria sì, almeno nei paesi che hanno economie meno forti, cioè vaste popolazioni del mondo, per i motivi sopra indicati.
— In uno dei Suoi articoli Lei parla apertamente della nuova “guerra fredda” del vaccino contro l’umanità. Come si manifesta questo scontro e quali sono le sue origini?
— A mio avviso, la salute, come la vita, è un diritto umano fondamentale per tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dalla fede o dalla razza. E non deve dipendere dalle possibilità economiche. La pandemia di Covid-19 è un fenomeno epidemiologico globale e dovrebbe quindi richiedere un mondo unito, una ricerca congiunta di tutti i paesi per produrre al più presto un vaccino efficace, accessibile e, nel miglior scenario, gratuito per tutti gli esseri umani.
Nell'opporsi ai vaccini come lo Sputnik V, che sono efficaci come quelli che si presume siano i migliori nel mercato occidentale, i governi della NATO e i suoi satelliti, apparentemente stanno facendo del loro meglio per escludere una pronta valutazione del vaccino russo Sputnik V da parte delle agenzie sanitarie internazionali in cui sono rappresentati, per esempio dall’EMA (European Medicines Agency).
Le questioni politiche, economiche e persino geopolitiche giocano un ruolo importante in questa "corsa al vaccino". Per i governi occidentali, i cui interessi sono intimamente legati a quelli del mondo corporativo, o direi identificati con essi, si tratta anche di prestigio per trovare posizioni migliori nelle aree di loro influenza geopolitica. Vogliono raggiungere l'obiettivo di gettare dubbi sull'efficacia o sull'affidabilità scientifica degli avversari. In particolare, si tratta di tentare di negare, o almeno di tentare di occultare i vantaggi e il successo raggiunto dai prodotti farmaceutici russi e dal comprovato know-how scientifico. È noto che l'EMA abbia già stabilito un contatto con l'istituzione russa che ha prodotto lo Sputnik V. Tuttavia, l'EMA non ha ancora menzionato lo Sputnik V nell'elenco dei vaccini in esame.Io mi chiedo come mai? Per capirlo ho contattato direttamente l'EMA ma purtroppo mi non hanno potuto dare, oppure non erano semplicemente disposti a darmi, una risposta chiara. In effetti, il funzionario dell'EMA con cui ho parlato, un medico, ha detto che non era autorizzato a fornire le informazioni sul fatto se stiano esaminando il vaccino Sputnik V o meno. (Ho registrato questa conversazione).
Ho protestato e ho detto che, visto che l'EMA è una struttura dell’UE, i loro procedimenti dovrebbero essere trasparenti. Quindi il punto principale sarebbe chi è veramente l'UE.
— In questa “guerra” sono coinvolti anche i media occidentali?
— E cosa si può fare per fermare questo conflitto inutile?
— Suggerirei che l'OMS assuma un ruolo più attivo, obiettivo e imparziale nel coordinare un'iniziativa mondiale unica sui vaccini per il bene della salute pubblica di tutti i Paesi e non per il beneficio dell'industria farmaceutica occidentale. Sono stato molto sorpreso di leggere su Twitter che il Forum economico mondiale (WEF) "ha annunciato una partnership con l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), per formare la piattaforma d'azione COVID per le imprese". A proposito, il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus è uno dei relatori del WEF.— Quali passi concreti Lei ha intrapreso per acquistare lo Sputnik V?
Ho pure contattato informalmente il Sindaco di San Giovanni Bianco Marco Milesi per raccontare della mia iniziativa. Il primo cittadino ha detto che avrebbe gradito l'iniziativa ma prima dovrebbe essere approvata dalle autorità sanitarie locali. Inoltre, Marco Milesi ha dichiarato in un'intervista all’Eco di Bergamo (30 novembre 2020) che aspetterà fino all'approvazione del vaccino Sputnik V da parte delle autorità sanitarie europee e italiane. Dopodiché il progetto sarà preso in considerazione anche a livello locale.
— Da dove proviene la cifra di 740 dosi?
— Lei stesso sarebbe disponibile a fare il vaccino Sputnik V?
— Sì, lo farei volentieri, davvero. Ma non ne avrò il diritto perché non ho una tessera sanitaria italiana. Possiedo solamente l'assicurazione sanitaria svedese. Ma sono ovviamente pronto per essere vaccinato con lo Sputnik V, e lo farò alla prima occasione che mi capiterà.— Da un cittadino di Svezia Lei ha analizzato il famoso “modello svedese” contro il Covid-19? Potrebbe essere adottato anche in Italia?
— Si, ho analizzato l'esperimento svedese Covid-19 in varie pubblicazioni e lo trovo imperfetto e difettoso. Potrei rispondere alla sua domanda con il titolo del mio recente rapporto epidemiologico “Tasso di mortalità per Covid-19 in Svezia e nei paesi vicini. Perché il modello di immunità di gregge svedese non deve essere seguito”, pubblicato su The Indicter e ConsortiumNews.
I punti di vista e le opinioni espressi nell'articolo non necessariamente coincidono con quelli di Sputnik.
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