Nella lunga intervista rilasciata a Der Spiegel Alexey Navalny ripercorre la vicenda riguardante il coma dal quale si è recentemente svegliato e punta il dito contro Putin. Le cause dell’avvelenamento di Navalny sono ancora tutte da chiarire, ma una cosa è chiara: il caso dell’oppositore russo può essere un’arma perfetta in mano all’Occidente per emanare nuove sanzioni contro la Russia e bloccare i progetti energetici che vedono Mosca protagonista.
— Paolo Borgognone, che ne pensa delle dichiarazioni di Navalny a Der Spiegel?
— Non mi sorprendono assolutamente. È chiaro: questa vicenda sin dai primi momenti si caratterizzava per una dinamica che avrebbe portato a queste conclusioni. Naturalmente sono delle conclusioni che, a mio modo di vedere, si situano laddove vi è un interesse politico nel tentare di sabotare i risultati ottenuti dalla presidenza Putin e dalla sua amministrazione. Intendo i risultati ottenuti sul piano della politica interna, ma anche sul piano dell’immagine pubblica della Russia a livello internazionale. Per essere precisi, non mi riferisco all’immagine che la Russia ha fra le cancellerie internazionali, ma presso i popoli dei Paesi occidentali, un’immagine tutt’altro che negativa.
Quest’immagine va sabotata, perché concerne un rischio per le cancellerie occidentali, le quali vedono il loro status indebolito dal modello politico e culturale russo che appare vincente e molto gradito agli occhi dei popoli. Per sabotare questo risultato si ricorre ad operazioni sotto falsa bandiera che fanno parte di un’offensiva di guerra psicologica portata avanti dall’elite e dai media occidentali contro la Russia.
— A Putin potrebbe realmente convenire la morte di Navalny?
— Il caso Navalny secondo lei verrà usato politicamente dall’Europa contro la Russia?
— L’Unione Europea sta strumentalizzando tutte le vicende che in questo momento si stanno sommando ai suoi confini. Prendiamo soltanto la situazione in Bielorussia: l’Unione Europea sta attuando in quel Paese interferenze indegne negli affari interni di uno Stato sovrano. Quando Macron dice che Lukaschenko se ne deve andare vorrei sapere in base a quale presunto primato morale il presidente francese si permette di dire una cosa del genere.Ora si sfrutta la questione del presunto e indimostrato fino a questo momento avvelenamento di Navalny per rafforzare un sistema di sanzioni e di sabotaggio degli accordi sul passaggio di fonti di energia che renderebbe la Russia più strategica in Europa. Questo non è molto gradito alle elites legate agli Stati Uniti ad esempio. Bisogna fare in modo che la Russia rimanga sempre depotenziata e oggetto di offensive psicologiche volte a distorcere la sua immagine a livello di opinione pubblica in Occidente.
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