Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha affermato che l'Europa ha bisogno di un nuovo Piano Marshall per non retrocedere allo sviluppo economico di 10 anni fa. E' d'accordo con questo punto di vista? Si trattava di un piano che univa l'Europa per la prima volta o di un piano che la rendeva economicamente dipendente da Washington?
- Non sono sicuro che userei il termine "Piano Marshall", in quanto il "Piano Marshall" aveva un significato storico molto specifico, vale a dire l'assistenza economica degli Stati Uniti all'Europa occidentale dopo la guerra. Ora è meglio usare una terminologia diversa. Questa pandemia, rivelatasi inaspettata per tutti, avrà conseguenze disastrose per tutte le economie mondiali, e i governi stanno rispondendo a questo attraverso pacchetti di misure di supporto per vari settori dell'economia o per persone che hanno perso il lavoro o per gli imprenditori che hanno perso parte delle loro attività. In questo senso è positivo che l'Unione Europea abbia un pacchetto approvato di misure economiche per tutti i suoi membri.
Gli Stati Uniti hanno sofferto meno degli altri grandi Stati per la Seconda Guerra Mondiale, non si può dire lo stesso nella situazione attuale quando l'America è in testa per numero di vittime del coronavirus. E' vantaggioso ora per gli Stati Uniti, data la particolare politica dell'attuale presidente, aiutare l'Europa? Gli Usa hanno risorse per questa eventuale assistenza?

- Non accetto questa formulazione della domanda. Non credo che l'Europa abbia bisogno degli Stati Uniti in alcun modo. L'Europa ha più o meno la stessa ricchezza degli Stati Uniti, ha molte del suo potenziale e non ha bisogno del sostegno di altri continenti.
Parliamo di solidarietà europea: persino la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha riconosciuto che la Ue non ha aiutato l'Italia tempestivamente dal momento che non era pronta per questo, ed ha porto le scuse. È chiaro che Bruxelles ha meno autorità nel settore sanitario rispetto ai governi nazionali, ma come spiega le ragioni di questa impreparazione: una sottovalutazione dei rischi o l'abitudine a disporre di risorse interne sufficienti per superare qualsiasi crisi, dall'economica alla migratoria?
- Non conosco un singolo Paese al mondo pronto ad affrontare una simile pandemia. Nessuno se lo aspettava, mancava la preparazione sia dal punto di vista medico, finanziario e psicologico. E' stata una sorpresa per tutti, dai Paesi più ricchi ai più poveri. L'Unione Europea non fa eccezione. Nelle prime settimane lo shock è stato enorme, gradualmente la situazione si sta stabilizzando. A mio avviso, ci sarà sostegno, principalmente finanziario, all'interno dell'Unione Europea.
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