La vaccinazione è considerata tra le più grandi scoperte mediche fatte dall'uomo. La scelta di intervenire in modo coatto e organizzato per tutelare la salute pubblica si inseriva in un filone di pensiero, nato in Germania, secondo cui lo Stato si deve occupare attivamente di mantenere nelle migliori condizioni di salute possibili i suoi sudditi, per ottenere soldati e contribuenti sani e numerosi.
In seguito al successo ottenuto con la vaccinazione anti-vaiolo, i ricercatori cercarono di estendere la vaccinazione ad altre malattie infettive. I primi tentativi di immunizzazione contro morbillo, sifilide e tubercolosi non diedero, però, i risultati attesi. Importanti traguardi nello studio di malattie infettive come la tubercolosi, il carbonchio e la rabbia, si raggiunsero dopo la metà dell'800 grazie, soprattutto, alle ricerche di importanti studiosi come il medico tedesco Robert Koch e il biologo e chimico francese Louis Pasteur, considerato il fondatore della microbiologia. I risultati più importanti furono ottenuti da Pasteur nello studio della rabbiausando per la prima volta un suo virus attenuato per ottenere l'immunità contro l'infezione.
Verso la fine del 1800, nonostante i continui passi avanti nel campo della medicina, le vaccinazioni non riuscirono a diffondersi tra la popolazione a causa sia dei limiti nella ricerca scientifica, sia per la mancanza di campagne di informazione sulla salute pubblica. La situazione cambiò radicalmente all'inizio del ‘900, quando importanti epidemie di poliomielite, una grave malattia virale causata dal poliovirus, scoppiarono in Europa e poi negli Stati Uniti. Il primo vaccino contro la poliomielite, sviluppato nel 1952 da Jonas Salk, era costituito da virus disattivati con la formaldeide. Il secondo vaccino, sviluppato nel 1957 da Albert Sabin, fu ottenuto utilizzando il poliovirus fatto riprodurre più volte in cellule non umane e a temperature inferiori a quelle preferite dal patogeno; la vaccinazione antipolio su scala mondiale ebbe inizio nel 1963 con il vaccino di Sabin.
La vaccinazione è stata sempre oggetto di discussione tra sostenitori ed oppositori. Nel 1967 una campagna di vaccinazione globale fu avviata sotto la tutela dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per cercare di debellare il vaiolo in tutto il mondo. Secondo gli oppositori, la vaccinazione, oltre ad essere inutile e dannosa, era una violazione della libertà personale che lo Stato non aveva il diritto di imporre e pertanto paragonabile ad un crimine intollerabile.
In Italia l’obbligo di vaccinare contro il vaiolo tutti i nuovi nati è stato sospeso nel 1977 e abolito nel 1981. Nel frattempo erano diventate obbligatorie le vaccinazioni contro la difterite (1939), la poliomielite (1966), il tetano (1968) e l’epatite B (1991).
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