Si sono dati appuntamento domattina davanti al ministero dello Sviluppo Economico centinaia di lavoratori Alitalia e Cityliner per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi di marzo e dell’anticipo della cassa integrazione straordinaria.
A guidare la mobilitazione sono le principali sigle sindacali: Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo. "Diciamo no ad una compagnia di bandiera 'bonsai' ed ai ricatti delle lobbies europee. – scrivono le organizzazioni, citate dall’Ansa - Chiediamo un vero rilancio di Alitalia per il paese e per tutti i lavoratori".
Ad attendere le buste paga sono 11mila lavoratori. “Un fatto gravissimo”, denuncia Marco Veneziani, presidente dell'Associazione nazionale piloti, intervistato da Repubblica. “Questo – aggiunge - nonostante sia già stato autorizzato dalle Ue, venerdì scorso, il pagamento di circa 25 milioni di euro alla compagnia".
La nuova compagnia di bandiera sarebbe dovuta decollare a maggio. Ma, come si legge sullo stesso quotidiano, le trattative con l’Ue, che chiede “discontinuità” con la vecchia Alitalia, debitrice di 1,3 miliardi di euro, vanno a rilento, con un vantaggio evidente per i competitor stranieri.
Ma le polemiche sono legate anche alla struttura della nuova compagnia di bandiera che dovrebbe partire in versione mini con al massimo 45 velivoli e meno di 3 mila dipendenti.
Secondo il direttore generale di Alitalia, Giancarlo Zeni, citato dallo stesso quotidiano, la compagnia dal 2017 al 2019 a fronte di "1,3 miliardi di finanziamenti pubblici, ha già restituito la metà, 645 milioni, pagando imposte e tasse".
Il direttore ha chiarito anche come "il vettore abbia versato un indotto di prossimità di oltre 3 miliardi, circa 1,3 di pagamenti agli aeroporti, più di 330 milioni all'ente del traffico aereo, oltre 1 miliardo di retribuzione nette ai dipendenti” con un “indotto indiretto di 19 miliardi”.
“L'Ue - ha denunciato poi Zeni - ha un approccio assolutamente discriminatorio verso di noi”. “E noi, - ha aggiunto - di certo, le abbiamo reso le cose semplici, perché per 22 anni in assenza di un intervento preciso abbiamo perso completamente la credibilità".
Infine i dati sul 2020. Il bilancio è a dir poco "drammatico" con una "paralisi sulla domanda". La compagnia ha "subito un calo dei ricavi di 2 miliardi e 40 milioni".
Intanto è scontro tra governo e sindacati. Il Mise, come si legge sull’Ansa, accusa le sigle sindacali di “strumentalizzare vicende e sofferenze personali”. “Non è questo ministero – sottolineano da via Molise - l'interlocutore naturale e appropriato per i manifestanti”.
"Per chiedere chiarimenti i sindacati dovrebbero andare al Mef che ha titolarità decisionali su Ita e sul relativo personale da assumere”, chiariscono dal ministero assicurando che “il governo italiano sta tutelando al massimo gli interessi del Paese".
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