Questo dato si legge nella relazione del Centro di ricerca sulle iniziative green della Nuova via della Seta. Si riferisce che alcuni Paesi come il Vietnam invece hanno ottenuto un afflusso di capitale cinese nell’ambito della BRI.
I media hanno più volte sottolineato il calo degli investimenti cinesi nei Paesi promotori dell’iniziativa Nuova via della Seta nel 2020. Nello specifico, nella prima metà del 2020 gli investimenti si sono attestati nel complesso a 25 miliardi di dollari. A consuntivo non si è riusciti a compensare il calo. Secondo la relazione del Centro di ricerca sulle iniziative green della Nuova via della Seta, tra gennaio e novembre gli investimenti si sono attestati soltanto a 47 miliardi di dollari mentre nel 2019 era stata raggiunta quota 126 miliardi di dollari. Così alcuni osservatori ipotizzano che la Nuova via della Seta avrebbe forse ridotto i ritmi di crescita mentre la Cina avrebbe cominciato ad adottare un approccio più attento riguardo all’economia e alle prospettive di cooperazione nell’ambito di questa iniziativa globale.
“L’anno scorso per via della pandemia i contatti internazionali, l’attività commerciale e alcuni progetti ne hanno risentito molto e questo ha provocato, tra l’altro, un decremento degli investimenti cinesi nei progetti della BRI. Inoltre, l’anno scorso c’è stato un significativo calo dei prezzi del petrolio: anche questo ha contribuito a far calare il valore complessivo degli scambi e degli investimenti che intercorrono tra la Cina e alcune nazioni petrolifere del Medio Oriente. Molti Paesi che hanno registrato una contrazione dell’afflusso di investimenti sono quelli in via di sviluppo. Il grado di globalizzazione è relativamente basso così come la loro attività economico-commerciale in linea con il trend globale. Possiamo dire che anche queste sono le ragioni per cui gli investimenti nella Nuova via della Seta sono calati”.
Tuttavia, l’importanza di questo progetto infrastrutturale non si è ridotta per molti Paesi in via di sviluppo. I Paesi africani (molti dei quali hanno aderito all’iniziativa cinese nell’ambito della BRI) e alcuni Paesi asiatici continuano a registrare una grave carenza delle più elementari infrastrutture e questo costituisce un importante ostacolo al loro sviluppo economico. Ad esempio, stando ai dati del 2018, soltanto il 40% degli africani aveva accesso all’energia elettrica e solo il 33% alle strade asfaltate. Soltanto sul 5% di tutte le terre agricole africane era presente un sistema di irrigazione. Pertanto, la Cina continuerà a investire attraverso la Nuova via della Seta nelle infrastrutture dei Paesi che più ne hanno bisogno, sostiene l’esperto.
“Al momento l’iniziativa Nuova via della Seta è riconosciuta da molti Paesi e organizzazioni internazionali. La Cina ha fornito un contributo significativo allo sviluppo del pianeta mediante questa iniziativa, soprattutto per i Paesi meno sviluppati. La Cina si sta assumendo molti impegni per garantire lo sviluppo di questi Paesi. In futuro la Cina indubbiamente continuerà ad aumentare gli investimenti nell’ambito della BRI e le relazioni con i Paesi partecipanti all’iniziativa si faranno più stretti. L’anno scorso la pandemia ci ha provocato dei problemi. Ma non appena l’emergenza sanitaria sarà rientrata, la cooperazione tra la Cina e i Paesi dell’iniziativa tornerà a pieno regime”.
La stragrande maggioranza di tutti i progetti dell’iniziativa (80%), come notano gli autori della relazione, si concentra sul settore dei trasporti e su quello dell’energia. Tuttavia, la Cina tenterà di aumentare la qualità degli investimenti, anche nell’ambito della BRI, e di investire in energia pulita, si legge nella relazione.
Anzitutto, investire nelle rinnovabili non è così rischioso: i progetti di costruzione di centrali eoliche o solari non sono tanto estesi come quelli per la costruzione di una centrale termoelettrica e questo consente di ridurre i rischi e di garantire un certo ritorno sugli investimenti. Inoltre, la Cina così assume il ruolo di difensore responsabile dell’ambiente a livello globale, il che è in linea con le obbligazioni che Pechino ha assunto per conseguire la neutralità carbonica entro il 2060.Nel 2020 la Cina ha già compiuto i primi passi per garantire la sostenibilità dei progetti della BRI: per la prima volta gli investimenti in energia pulita sono stati la maggioranza (57%) degli investimenti cinesi nel settore energetico.
Nel 2013 la Cina presentò l’iniziativa di investimento globale Nuova via della Seta che propone di instaurare una cooperazione a livello commerciale e di investimenti, nonché di costruire infrastrutture in quei Paesi lungo i quali un tempo passava la Via della Seta. In seguito l’idea si è estesa e oggi la Nuova via della Seta è una ampia area di cooperazione economico-infrastrutturale alla quale hanno aderito oltre 100 Paesi. Sin dall’inizio la Cina ha investito del progetto centinaia di miliardi di dollari. Oggi nell’ambito dell’iniziativa sono attivi oltre 3.000 progetti finalizzati essenzialmente a costruire le infrastrutture di base nei Paesi in via di sviluppo.
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