Il Dax di Francoforte +0,4%, il FTSE100 +0,4%, il francese CAC40 +1%. Così i mercati europei hanno registrato prospettive rosee nonostante il crollo dell’UE e dell’economia britannica per via della Brexit.
Nel complesso i mercati azionari europei al momento non se la passano bene. Si conservano le previsioni negativi in merito alle conseguenze dell’uscita della Gran Bretagna dall’UE e alla crisi legata alla pandemia. La situazione sanitaria in UE rimane complessa.
Secondo le stime del FMI, al terzo trimestre del 2020 più di 7 milioni di cittadini europei avevano contratto l’infezione da coronavirus e oltre 240.000 sono morti. In diversi Paesi, come la Gran Bretagna, vengono rilevati nuove varianti del virus in virtù delle quali le autorità devono introdurre ulteriori misure restrittive. Naturalmente questo inciderà negativamente sull’economia nazionale. L’economia britannica ha registrato una contrazione di un quarto del suo valore soltanto nei mesi di marzo e aprile scorsi. A consuntivo 2020 il PIL dell’eurozona, come previsto dal FMI, registra una contrazione di almeno il 7%. Tuttavia, diversi esperti ipotizzano che tale calo possa anche superare il 10%.
“Per lo sviluppo della cooperazione economica un incentivo fondamentale dovrebbe diventare l’accordo di investimento tra Cina ed UE sul quale le parti sono riuscite ad accordarsi proprio prima di Capodanno. La Cina riconosce la necessità di instaurare meccanismi univoci di incentivazione e tutela degli investimenti. Il mercato europeo per la Cina è analogo per dimensioni a quello americano. Alla luce della contrazione delle relazioni economico-commerciali con gli USA, l’intensificazione dei rapporti con l’UE dà alla Cina la possibilità di attirare maggiore capitale straniero e di garantire una crescente domanda interna di prodotti e servizi di elevata qualità”.
Per l’Europa questa è l’occasione di estendere il proprio mercato della distribuzione e, conseguentemente, di attirare capitale cinese in determinati comparti economici. La crescita economica cinese è legata all’edilizia infrastrutturale e allo sviluppo di tecnologie di alto profilo. Pertanto, le società tech europee prevedono un aumento della domanda dei propri prodotti.
Alla luce della riduzione delle interazioni con i partner americani relativamente a prodotti quali chip, circuiti integrati, semiconduttori e robotica, la collaborazione tra Cina e UE appare maggiormente promettente. Guardano con ottimismo al futuro anche i produttori europei di prodotti di lusso. Il mercato interno europeo continuerà a soffrire della contrazione economica e delle limitazioni legate alla situazione sanitaria emergenziale. Tuttavia, come ha dimostrato il 2020, è ancora una volta il mercato cinese che potrebbe salvare la situazione. Il mercato globale del lusso nel 2020 ha registrato una contrazione del 23%, mentre in Cina è stato rilevato un incremento del 48% con punte di 52,9 miliardi di dollari. In Cina, nello specifico, è stato effettuato un quinto di tutte le vendite globali.
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