Moltiplicare i pagamenti di un’unica spesa, spezzettando le transazioni per aumentare il numero e risalire la classifica del cashback. È questa l’ultima scappatoia trovata dai cosiddetti furbetti che, approfittando dell’assenza di regole precise in merito, stanno sviluppando le modalità per rientrare nei primi 100mila in Italia per pagamenti elettronici entro giugno e ottenere il super bonus del cashback pari a 1.500 euro.
A differenza dei 150 euro massimi di rimborso a semestre, calcolati sul 10% di ogni singola transazione e con minimo 50 pagamenti elettronici tra gennaio e giugno, il super bonus è quello che fa più gola ai consumatori nella corsa al cashback di stato.
Un altro metodo usato per moltiplicare i pagamenti è quello di acquistare carte prepagate, accumulando il 10% sul prezzo, e poi registrare le carte e guadagnare il 10% su ognuna delle transazioni di queste ultime.
Chi paga le conseguenze?
Il sistema del cashback, quindi, ha delle scorciatoie per ambire al premio da 1.500 euro, ma c’è chi ne subisce le conseguenze.
Quando un cliente paga 10 prodotti con altrettante transazioni, l’esercente paga commissioni pari se non superiori a quello che incassa: il prezzo da pagare al circuito è di 0,38 euro a pagamento.
Stesso escamotage viene usato per la benzina e i gestori delle stazioni di servizio lamentano le code e i costi.

Nessun controllo su possibili trucchetti
La soluzione per accumulare più transazioni, anche molto piccole, è stata trovata e usata perché nelle norme del ministero dell’Economia non è prevista alcuna verifica sulle transazioni.
Inoltre, non è previsto neanche che vengano evitati pagamenti ripetuti uno dopo l’altro con la stessa carta allo stesso pos.
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