“Il futuro degli 11.500 dipendenti di Alitalia è a rischio”. È questo l’allarme lanciato dai sindacati dopo l’incontro con il commissario straordinario della compagnia aerea Giuseppe Leogrande.
Dalla riunione è emerso come i ritardi nell’erogazione degli stipendi potrebbero ripresentarsi anche “nei prossimi mesi”.
La "difficile tenuta finanziaria dell'azienda", secondo quanto si legge su RaiNews24, è compromessa ulteriormente dalla “instabilità del quadro politico” e dalla “crisi di governo” che si è appena aperta, che potrebbe far slittare la nascita della nuova Ita, la start-up che prenderà il posto della vecchia compagnia di bandiera.
L’obiettivo, infatti, è resistere fino all’entrata in funzione della newco, preservando le risorse economiche che servono ad assicurare la “continuità aziendale”.
Compresa l’ultima tranche di 77 milioni di euro dei 350 milioni stanziati nel Dl rilancio. Ma come ricorda il Giornale, i costi vivi della compagnia si aggirano attorno ai 40 milioni al mese e nei primi nove mesi del 2020 la società "ha perso 2,2 miliardi di ricavi".
La Federazione nazionale del trasporto aereo, che riunisce piloti e assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp, parla di “grande preoccupazione”.
“Le scarse risorse economiche a disposizione del commissario Leogrande e i molti rilievi da parte della commissione europea sul piano industriale presentato da Ita mettono a serio rischio il futuro degli 11.500 dipendenti”, fa sapere il sindacato in una nota ripresa da Askanews.
L’auspicio è che “le forze parlamentari e il governo garantiscano ogni tipo di supporto, politico e finanziario” per risanare la compagnia di bandiera e assicurare un futuro ai lavoratori coinvolti nella crisi, anche finanziando adeguatamente “il fondo di solidarietà del trasporto aereo”.
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