“Il ministro Patuanelli si metta d’accordo con sé stesso. Come egli stesso ha affermato, rispondendo al Question Time sollecitato dal senatore Ruotolo, il governo non ha compreso fino in fondo le motivazioni di Whirlpool in merito alla chiusura di Napoli, ammettendo però che le linee produttive di via Argine sono all’avanguardia e insistendo sull’opportunità della ricerca di un imprenditore affidabile che tenga il sito aperto”, lo scrive Rosario Rappa, segretario Fiom Napoli in rappresentanza dei lavoratori e lavoratrici del polo produttivo Whirlpool di Napoli dichiarato chiuso dall’azienda americana.
“Ci sembra questo un atteggiamento quantomai confuso. Se c’è stato un errore nella scelta del prodotto da realizzare a Napoli, non si capisce perché si debba affidare ad un nuovo imprenditore la fabbrica”, aggiunge il segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa.
Lotta con forme inedite e clamorose
Suona quasi come una promessa minacciosa quella che scrive Rappa nel comunicato stampa:
“La nostra iniziativa di lotta continuerà con forme inedite e clamorose nei prossimi giorni per far cambiare opinione al ministro e alla multinazionale. Se c’è la necessità, come appare chiaro, di una scelta diversa di prodotto, si insista su questa strada per portare in efficienza la fabbrica e salvare il futuro di via Argine (Napoli, ndr) e dei suoi lavoratori, continuando a produrre lavatrici con Whirlpool”, conclude il sindacalista.
Patuanelli in aula
Patuanelli in aula ha risposto alla interrogazione dell’onorevole senatore Sandro Ruotolo che gli chiedeva aggiornamenti sul caso Whirlpool Napoli.
“Posto che lo stipendio è garantito fino al 31 dicembre, noi non dobbiamo trovare supporto economico agli operai che restano senza lavoro, ma dobbiamo trovare e lo stiamo facendo, un imprenditore serio che voglia investire in quella fabbrica e metteremo a sua disposizione tutti” gli strumenti che gli serviranno, ha detto il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Il ministro ammette che si è fatto il possibile per far rimanere l’azienda americana a Napoli e che non si è riusciti in questo intento, ma è convinto che si riuscirà a portare nello stabilimento un imprenditore interessato affinché “quelle persone non perdano il lavoro ma rimangano operative in quello stabilimento”.
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