Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni non esclude che ci possa essere una fase 2 del meccanismo europeo Sure contro la disoccupazione, ma attualmente non esiste una proposta della Commissione europea e non ci sono discussioni in atto, perché non è tecnicamente possibile fare ulteriori emissioni di debito comune.
Nel corso di un webinar organizzato dalla rappresentanza italiana del Parlamento europeo e della Commissione europea sul tema dello Sure, rispondendo alla domanda posta da Sputnik Italia, Gentiloni ha dichiarato: "Non escludo che se ne possa discutere nei prossimi mesi, ma non c’è nessuna proposta della Commissione su Sure 2".
C'è ancora disponibilità di risorse

Secondo Gentiloni "finora abbiamo ancora capienza rispetto ai 100 miliardi previsti, quindi i paesi che volessero ulteriori risorse possono farne richiesta, vedremo in che misura".
Ma "oggi è tecnicamente impossibile mettere in campo uno Sure 2, perché non c’è margine per fare ulteriori emissioni di debito comune sui mercati finché non sarà completato il processo di ratifiche nazionali sull'aumento delle soglie di risorse".
"Se oltre a Next generation Eu si può immaginare di ragionare su una seconda fase di questo strumento, sarà una discussione da affrontare tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate 2021", ha sottolineato il Commissario europeo.
Buoni risultati del sistema
Gentiloni ha aggiunto che i primi risultati dello Sure sono stati positivi ma "siamo consapevoli che la situazione resta molto difficile da fronteggiare e che quindi fa bene la presidenza portoghese a mettere la questione sociale al centro del suo semestre".
Chi ha fatto già richiesta dello Sure
Per il Commissario Gentiloni per utilizzare al meglio lo strumento di sostegno all'occupazione "nell’immediato possiamo lavorare su quello che resta del portafoglio, cioè degli 88 miliardi finora utilizzati. Ci sono state richieste di altri due Paesi, Irlanda e Estonia, dopo i 17 che già avevano presentato domanda (Italia, Spagna, Polonia, Belgio, Romania e Portogallo i primi sei). Con l'Italia tra i principali beneficiari ma che ha raggiunto già la quota massima".
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