Il Centro studi di Confindustria ha presentato lo studio ‘Un cambio di paradigma per l’economia italiana: Gli scenari di politica economica’, durante un meeting ristretto presso la sede di Confindustria.
All’evento erano presenti tra gli altri il ministro dell’economia Roberto Gualtieri e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi.
Secondo il ministro Gualtieri “il problema dell’Italia è affrontare i problemi strutturali a partire dagli anni ‘90, come produttività e occupazione.”
Flessibilità e interventi strutturali, inoltre, sono per l’Italia il “doppio compito da assolvere” dice Gualtieri.
Per quanto riguarda l’economia della seconda parte dell’anno, Gualtieri afferma che “il terzo trimestre sarà molto buono. Questo scenario del -9% (del PIL, ndr) potrebbe essere anche migliore se il quarto trimestre dovesse essere buono”.
Gualtieri difende anche le scelte di politica economica immediate per arginare la crisi economica in Italia, su alcune delle quali il presidente di Confindustria si era mostrato invece critico.
Le scelte del governo ha detto Gualtieri, sono state “giuste, efficaci e hanno contribuito ai risultati positivi che stiamo vedendo”.
Le previsioni di Confindustria
Il rapporto di previsione sull’economia italiana pubblicato da Confindustria, prevede “un profondo calo del PIL italiano del -10% nel 2020 e un recupero parziale del +4,8% nel 2021”.
Secondo il Centro studi Confindustria riporta le lancette dell’economia italiana indietro di 23 anni, ovvero al 1997.
Con questi dati Confindustria si trova costretta a correggere le sue stime di maggio, affermando che risultano essere lievemente più al ribasso.
“Tuttavia, il rimbalzo del PIL italiano nel 2021 compenserà solo parzialmente il crollo di quest’anno: nel quarto trimestre del prossimo anno il livello del reddito sarà ancora inferiore di oltre il 3% rispetto a fine 2019. E molto lontano dai massimi di inizio 2008, di circa otto punti percentuali”, scrive ancora il CSC di Confindustria.
PIL pro-capite tornato agli anni ‘80 del '900
Secondo Confindustria “in termini di PIL pro-capite, con la crisi da COVID-19 l’Italia è tornata ai livelli di fine anni Ottanta” dello scorso secolo.
Non solo, ma secondo il rapporto del Centro studi di Confindustria, “dall’inizio degli anni Novanta a oggi, dopo ogni crisi negli ultimi 30 anni, l’Italia si è adagiata su ritmi di crescita man mano più modesti ed è l’unica grande economia in Europa a mostrare un profilo in tendenziale diminuzione”.
Dal 1991 al 2021 “il PIL italiano ha accumulato una distanza di 29 punti percentuali dalla Germania, 37 dalla Francia, 54 dalla Spagna”.
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