Quella che l’Unione Europea, e non solo l’Italia, vive è “una sfida senza precedenti che sarà cruciale per il nostro futuro”.
Lo ha detto il Commissario agli Affari economici dell’Ue Paolo Gentiloni in audizione alle commissioni riunite di Bilancio e Politiche dell’Unione Europea di Camera dei Deputati e Senato.
Un collegamento in videoconferenza per rispondere alle domande dei senatori e dei deputati che fanno parte delle commissioni.
“Sono orgoglioso del lavoro fatto dalla Commissione e sono grato al governo italiano che non ha scelto la carta dell’auto-isolamento ma quella del dialogo costruttivo di cui è stato un attore importante”, ha detto ancora Gentiloni.
Bruxelles si trova di fronte a una grande responsabilità, ma anche le istituzioni italiane sono chiamate a essere responsabili.
“L’Italia – ricorda Gentiloni – sarà il Paese che potrà contare sul numero più alto di risorse” economiche provenienti dal Recovery and Resilience Facility (più comunemente noto come Recovery Fund).
Convertire l’economia Europea ripartendo dalla pandemia
Non si tratta di usare i fondi del Next Generation EU per ristabilire l’equilibrio pre-pandemia, bisognerà invece usare “questa crisi e le risorse messe a disposizione dell’UE per convertire le nostre economie”.
Per farlo serve che i vari Stati UE interessati presentino i loro piani nazionali “per la metà di ottobre”, consiglia Gentiloni. Si tratterà di bozze ovviamente, ma che dovranno contenere degli obiettivi generali e concreti da raggiungere, con tanto di linee di intervento, priorità di un progetto rispetto ad un altro, così da poter avviare “un dialogo con la commissione”.
C’è tempo fino ad aprile 2021 per presentare i piani, ma la Commissione europea, sottolinea Gentiloni, invita i governi a presentare le bozze già ad ottobre per dare tempo di discutere ampiamente dei piani e per dare tempo alla politica di giungere a progetti di compromesso che possano essere accettati da tutti in Europa.
Controllo europeo e responsabilità nazionale
Anche se i progetti non saranno scritti a Bruxelles, è chiaro che “si dovrà lavorare per costruire un equilibrio tra la responsabilità nazionali e il controllo europeo”.
Non ci sarà una imposizione come accadde per la crisi finanziaria, piuttosto una concertazione per arrivare a soluzioni di compromesso che vadano bene all’Europa.
“Deve essere chiaro che la Commissione non è un intermediario finanziario ma ha l’obbligo di garantire la coerenza dei piani con le priorità comuni e le riforme necessarie”.
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