Secondo l'ultimo rapporto di Censis con Assogestioni "Il valore della diversità nelle scelte d'investimento prima e dopo il Covid-19", il 68% dei cittadini italiani ha paura per la propria situazione economica famigliare e vince la cautela. Di fatto, anche se le entrate del 71% dei percettori di reddito non sono state intaccate, la metà non comprerebbe titoli di Stato ed il 52% guarda con interesse a strumenti finanziari di investimento responsabile.
L'Italia vista come penisola della paura
"Il 67,8% degli italiani ha paura per la situazione economica familiare. Una paura radicata nei territori e trasversale ai diversi gruppi sociali. La percentuale sale al 72% tra i millennial e le donne, sfiora il 75% nel Sud, supera il 76% tra gli imprenditori e arriva all’82,6% tra le persone con i redditi più bassi. Nella fase post-emergenza, la biopaura da contagio e la minaccia alla salute si saldano ai timori per le incerte prospettive economiche. La paura diventa così il principio regolatore emotivo di questa nuova stagione" si legge nel rapporto di Censis.
Giorgio De Rita (@FonteCensis): «#Paura e #incertezza fanno decollare il #cash cautelativo (da tempo in crescita) come strumento familiare di autotutela. Per il prossimo futuro il 34,1% degli italiani considera la #liquidità lo strumento principale per la propria protezione».
— FocusRisparmio (@FocusRisparmio) July 9, 2020
Risparmi incrementati in fase di lockdown
L’epidemia del Covid-19, oltre ad aver diffuso la paura, ha generato una grande incertezza economica ed esistenziale. Il 39,7% dei risparmiatori pensa che ora serva una grande cautela, soprattutto nella gestione dei propri soldi.
"Il 38,9% degli italiani ha incrementato il proprio risparmio nel periodo del lockdown. La percentuale sale al 49,1% tra i risparmiatori abituali. Del resto, nel periodo della quarantena sono stati 28 milioni i percettori di reddito le cui entrate non sono state intaccate (pensionati, dipendenti pubblici, lavoratori del settore privato non in Cassa integrazione o congedo parentale), pari al 71,2% del totale" riferisce il rapporto Censis.
Aumentata anche la liquidità nei conti correnti italiani
Nei tre mesi più neri dell’epidemia (febbraio-aprile) è aumentata di 34,4 miliardi di euro la liquidità nei portafogli delle famiglie italiane, una cifra quasi equivalente al Mes incalza nel suo comunicato il Censis:
"Sono risorse che si aggiungono ai 121 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva accumulata negli ultimi tre anni, prima dell’esplosione dell’epidemia (+8,4% in termini reali nel triennio): una cifra pari a nove volte le risorse del Piano Marshall destinate al nostro Paese per la ricostruzione del dopoguerra rapportate ai valori attuali" conclude il rapporto Censis.
Giorgio De Rita (@FonteCensis): «Nei tre mesi più neri dell’#epidemia (febbraio-aprile) la #liquidità nei portafogli delle famiglie italiane è aumentata di 34,4 miliardi di euro. Ora, per il 39,7% dei #risparmiatori (il dato sale al 45% nel Nord-Est), c'è bisogno di cautela».
— FocusRisparmio (@FocusRisparmio) July 9, 2020
Secondo lo studio “Termometro Italia” realizzato dalla società di consulenza Innovation Team a fine aprile una famiglia su 5 aveva dichiarato di avere già fatto ricorso ai risparmi accantonati per poter fare fronte alle spese correnti.
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