In America come in Europa, sono le nuove generazioni quelle che mostrano l’interesse maggiore per le criptovalute e tutto ciò cha attiene al mondo digitale, ma sono le generazioni più anziane quelle che detengono in mano il vero potere economico.
Negli Stati Uniti si ritiene che i gruppi demografici più anziani possiedono, in media, dalle 10 alle 30 volte la ricchezza dei giovani. Un dato che fa riflettere River Financial, l’azienda broker di San Francisco che tratta specificatamente ed esclusivamente operazioni in Bitcoin.
Secondo i dati del broker americano le generazioni nate tra il 1946 e il 1964, i figli del boom economico, rappresenterebbero oramai il 77% dell’intero mercato Bitcoin.
Il fenomeno di questa crescita, sostengono alla River, sarebbe in qualche modo legato anche alla pubblicità che il miliardario Paul Tudor Jones avrebbe fatto, più o meno involontariamente al Bitcoin, quando intervistato dalla CNBC aveva spiegato come le sue opinioni intorno alla nota criptovaluta fossero cambiate nel tempo, passando da scetticismo e disinteresse a considerarla una “great speculation” – una ottima occasione di speculazione.
Essendo notoriamente il signor Paul Tudor Jones II (nome completo) divenuto miliardario proprio grazie alla gestione fondi e le speculazioni di borsa, molti ricchi possidenti americani, anch’essi in precedenza poco avvezzi al misterioso mondo digitale, ma molto interessati alla consolidazione del proprio patrimonio, pare si siano convertiti anche loro alla causa Bitcoin.
Tutto ciò, concludono gli analisti, contribuirà ad aumentare ulteriormente il prezzo della criptovaluta, che negli ultimi tre mesi ha duplicato il suo valore, passando dal minimo di 4 343 euro del 12 marzo, agli 8 412 euro del 17 giugno.
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