Eni aveva annunciato la scoperta di Agogo lo scorso marzo. Ci sono voluti solo nove mesi per avviare l'attività di estrazione di barili di petrolio. Il giacimento offshore, situato nel Blocco 15/06 delle acque angolane, ha una capacità da 650 milioni di barili di petrolio, più un potenziale che potrà essere valutato dopo ulteriori perforazioni di altri pozzi. Il primo pozzo appraisal era stato perforato a fine luglio.
Agogo-1, il primo pozzo scavato a una profondità 1700 metri, in sinergia con il Floating Production Storage Offloading (FPSO) Ngoma, centro di produzione del West Hub e localizzato a circa 15 km dal giacimento, estrae giornalmente circa 10.000 barili al giorno. La capacità del pozzo raggiungerà i 20.000 barili/giorno quando la produzione entrerà a regime.
Lo sviluppo del giacimento "per fasi", secondo il modello "fast track", spiega il colosso energetico, ha consentito i tempi record per l'avvio estrattivo, la messa in produzione accelerata e il successivo sviluppo dell'intero potenziale.
Gli investimenti di Eni in Angola
Eni si trova nel paese africano dal 1980. Le esplorazioni nel blocco 15/06 sono avvenute nei periodi 2006-2011 e 2011-2014 e hanno portato alla realizzazione di due progetti denominati rispettivamente West Hub e East Hub. L'installazione di due piattaforme galleggianti FPSO ha permesso di dare il via alla produzione nel 2014 e nel 2017.
Eni Angola opera nel blocco 15/06 dall'inizio delle attività di esplorazione, cioè dal 2006 e ne detiene una quota pari al 36,84%. Gli altri partner sono Sonangol P&P con il 36,84% e SSI Fifteen con il restante 26,32%. L'Angola, con una produzione giornaliera di 145.000 barili di petrolio equivalente, si conferma un Paese chiave per la strategia di crescita organica di Eni.
Tempo record per l'entrata in produzione del giacimento offshore di Agogo, in #Angola, avvenuta a soli nove mesi dalla sua scoperta 👉🏼 https://t.co/kMPq7f2YAW pic.twitter.com/fir7tIXMKs
— eni.com (@eni) 17 января 2020 г.
Eni in borsa
I mercati hanno premiato l'operazione di Eni, nonostante il recente calo estrattivo dei giacimenti Goliath in Norvegia. Le obbligazioni che ieri la società ha lanciato, con scadenza per il 23 gennaio 2030, cedola annua dello 0,625% e prezzo di re-offer del 99,845%, segnano un aumento dello 0,23% non risentendo minimamente della flessione della produzione in nord europa.
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