Non un vero accordo che sancisce la fine del caso ArcelorMittal, solo un accordo di massima che permette alle due parti di continuare la trattativa dandosi tempo fino al 31 gennaio 2020.
L’accordo di prosecuzione delle trattative è stato siglato questa mattina, giorno in cui era fissato davanti al giudice l’incontro tra gli avvocati rappresentanti di ArcelorMittal e i rappresentanti dei commissari ex Ilva, per discutere dell’atto di citazione presentato da ArcelorMittal nei confronti dei commissari e della contro citazione dei commissario nei confronti della multinazionale dell’acciaio, che intende recedere dall’accordo firmato a settembre 2018.
Pausa di riflessione natalizia per le parti, se ne riparlerà a gennaio, mentre gli operai (ex Ilva o ArcelorMittal?) vivranno l’incertezza di Natale.
I nodi restano quelli già noti
I nodi da sciogliere sono sempre gli stessi. Il blocco dell’altoforno numero due da parte della magistratura che invia in cassa integrazione 3.500 operai di Taranto; i 4.700 esuberi che ArcelorMittal ha messo sul tavolo; la conversione all’acciaio verde che modificherebbe l’attuale ciclo di produzione e che richiederebbe alti investimenti finanziari (lo Stato pronto a mettere un miliardo attraverso le società controllate).
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