Riad Salameh, il capo della Banca centrale del Libano, ha dichiarato oggi in un'intervista al canale televisivo CNN che il paese rischia di dover affrontare un collasso economico nel giro di alcuni giorni se le proteste non si fermeranno.
“E' questione di alcuni giorni, perché il prezzo (delle proteste, ndr) per il paese è enorme. Altrettanto importante è che perdiamo fiducia ogni giorno, e questa è la cosa principale nelle finanze”, ha detto Salameh in un'intervista al canale televisivo, rispondendo alla domanda su quanti giorni, settimane o mesi il Libano possa sopravvivere senza subire un collasso economico nel caso in cui le manifestazioni contunuino.
“Intendevo dire che nei prossimi giorni dobbiamo trovare una soluzione per ripristinare la fiducia ed evitare il collasso in futuro”, ha spiegato il governatore della Banca centrale del Libano.
Salameh nell’intervista alla CNN ha anche affermato che il premier libanese Saad Hariri aveva intenzione di dimettersi, ma ha cambiato idea per non lasciare “un posto vacante” nel governo. Secondo il governatore della Banca centrale libanese, il primo ministro ora sta cercando di raggiungere un consenso nell'attuale governo o ne verrà creato uno nuovo ma finora non si sono registrati progressi su questi temi.
Salameh ha anche osservato che nel paese praticamente non c’è nessuna attività economica.
“Abbiamo debiti esterni che devono essere pagati. Se non lo facciamo, ci troveremo in una situazione difficile. D'altra parte, potranno risultare persi i posti di lavoro delle persone. Le aziende che perdono il denaro corrono il rischio di non essere in grado di pagare gli stipendi”, ha osservato Salameh.
Proteste in Libano
Le proteste nel Paese sono iniziate dopo l’annuncio del governo di introduzione di nuove tasse, tra le quali anche un’imposta sull’utilizzo dell’applicazione di messaggistica WhatsApp e l'aumento delle accise su sigarette nazionali e importate. Dopo l’inizio delle manifestazioni il governo ha cambiato l’idea sul canone su WhatsApp ma questo non ha fermato il malcontento dei cittadini che continuano a chiedere le dimissioni del governo, incapace di dare una risposta sulle emergenze che affligono il paese da alcuni anni a questa parte: occupazione, smaltimento irregolare dei rifiuti, afflusso di profughi dalla vicina Siria.
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