Nuovo taglio alle stime della crescita dell'economia italiana: questa volta la sforbiciata arriva dal Fondo Monetario Internazionale che nel World Economic Outlook fissa a zero l'andamento del Pil italiano nel 2019, con un taglio di 0,1 punti percentuali rispetto alla già bassa previsione esporta alla fine di luglio.
Il taglio alle previsioni di crescita dell'economia italiana è ancora più evidente per il 2020 con 0,3%, anche se tutto sommato il Pil italiano dovrebbe registrare una crescita del +0,5%.
Secondo il Fondo, alla base della revisione al ribasso ci sono diversi fattori, tra cui l'andamento dei consumi privati, uno stimolo fiscale ridotto e uno scenario internazionale più debole.
The global economy is now in a synchronized slowdown in part because of rising trade barriers and increasing geopolitical tensions. See the latest #WEO projections. #WEO #IMFBlog https://t.co/xErxkTQ8xX pic.twitter.com/GS94lQIsKL
— IMF (@IMFNews) October 15, 2019
Ancor più preoccupante l'andamento dei conti pubblici e del debito: il deficit quest'anno dovrebbe attestarsi al 2,0% del Pil, per poi risalire il prossimo anno al 2,5% e al 2,6% nel 2021. Dal rapporto emerge una corrispondente crescita del rapporto debito/pil che quest'anno si fermerà al 132,2%, per poi salire al 133,7% nel 2020 e raggiungere il massimo del 134% nel 2021.
Se l'Italia piange, il mondo non ride
Se l'Italia si ferma e il debito è previsto in aumento, anche nel contesto di debolezza dell'eurozona, il mondo rallenta. E lo fa in modo sincronizzato, con il ritmo della crescita globale che scende a sua volta al +3%, ritornando al livello più basso del 2008-2009 dopo la crisi dei subprime, con una sforbiciata di 0,3 punti percentuali rispetto al World Economic Outlook di aprile 2019. In calo e debole resta la crescita del Pil dell'Eurozona, che passa al +1,2% dal precedente +1,3%.
Just released: October 2019 World Economic Outlook #WEO. Global growth for 2019 has been downgraded again to 3% and is projected to improve modestly to 3.4 in 2020, a downward revision of 0.2% from April projections. https://t.co/BbiyJkpJ1M pic.twitter.com/yWp4oOvxsi
— IMF (@IMFNews) October 15, 2019
"E' una conseguenza delle barriere commerciali in aumento, dell'elevata incertezza che circonda il commercio e la geopolitica, dei fattori idiosincratici che causano tensione macroeconomica in diverse economie di mercato emergenti e di fattori strutturali", sintetizza il Fondo monetario internazionale, citando tra questi ultimi "la bassa crescita della produttività e l'invecchiamento della popolazione nelle economie avanzate".
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