La Banca popolare di Cina (The People’s Bank of China) ha incrementato le sue riserve di oro da 62,45 milioni di once a 62,64 milioni di once nel solo mese di agosto, toccando così un nuovo record. Quest’anno le tonnellate di oro acquistate dalla banca centrale cinese sono arrivate a 100, di cui 7 nel mese di agosto.
Il prezzo dell’oro è cresciuto significativamente quest’anno e in particolare da giugno quando le trattative sull’accordo commerciale tra Usa e Cina si sono sostanzialmente interrotte, portando all’imposizione di nuove tariffe sull’importazione di merci da ambo i lati.
Anche altri fattori spaventano gli investitori, come le crescenti tensioni nel Golfo Persico e la Brexit. Tutti elementi che destabilizzano l’economia mondiale e conducono a investire nell’oro come bene rifugio per eccellenza.
L’oro mai così in alto da 6 anni a questa parte
Come dimostrano i dati storici forniti dal World Gold Council, non si registrava un prezzo dell’oro così alto dal mese di marzo 2013 (1.613 USD a oncia).
Di recente il picco più alto è avvenuto il 25 settembre scorso a 1.528 USD a oncia.
Ma il prezzo è destinato a salire secondo l’analista Suki Cooper, esperta di metalli preziosi presso la Standard Chartered Bank.
“Date le tensioni nelle relazioni commerciali con gli USA, la Cina ha bisogno di una copertura contro le sue grandi riserve di dollari, e l’oro svolge questa funzione”.
Così si è espresso Howie Lee, economista dell’Oversea-Chinese Banking che ha sede a Singapore intervistato da Bloomberg.
La Cina quindi stabilizza il suo potere economico incamerando nuovo oro e stabilendo su di esso fondamenta sempre più ampie.
Le banche centrali aumentano gli acquisti di oro
La tendenza all’acquisto di oro non è una prerogativa della sola Banca di Cina, ma un po’ di tutte le Banche centrali mondiali. Come la Cina, anche la Russia ha incrementato l’acquisto di oro incamerando nuovi lingotti. Guardando al dato nostrano, l’Italia ha aumentato le sue riserve di lingotti di 0,44 tonnellate per una spesa pari a 21,2 milioni di dollari.
Analizzando i dati per macro regione, si nota come i maggiori acquisti stiano avvenendo in Nord America (+77,9 tonnellate), al secondo posto l’Europa con 60,7 tonnellate e terzo continente l’Asia con 9,3 tonnellate.
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