Nelle ultime ore si sono registrati crolli verticali record nelle quotazioni delle criptovalute. Il principale crollo è stato del Bitcoin, la cui quotazione è scesa del 15% raggiungendo un minimo di 7944,33 $ (dati CoinDesk). Altre criptovalute, come Ether e Litecoin, sono diminuite del 20%.
Non è la prima volta che Bitcoin finisce nel vortice delle vendite. Ad innescarlo c'è una ragione, come spiega Brian Kelly, amministratore delegato di BKCM: la soglia di 9 000 dollari rappresentava un livello di “supporto importante” e quando il bitcoin è sceso al di sotto di questo livello, si è scatenata la furia dei sell.
Joe DiPasquale, amministratore delegato di BitBull Capital, secondo cui il crollo dei prezzi è riconducibile a un’accoglienza tiepida del nuovo derivato bitcoin, ha spiegato che si tratta di una “fluttuazione temporanea”. Questo perché in definitiva, "i fondamentali di Bitcoin rimangono forti”. Guardando avanti, DiPasquale prevede che il prezzo torni a superare i 10000 dollari nei prossimi giorni.
L'andamento fluttuante del Bitcoin
Negli ultimi 24 mesi le quotazioni del Bitcoin hanno fatto registrare diversi sbalzi. Il valore della criptovaluta era salito a quasi 20 000 dollari alla fine del 2017, per poi crollare l’anno successivo. Partendo da una quotazione massima di 6786 dollari nel settembre 2018, si registra un calo a 3214 dollari a dicembre e un rialzo a marzo 2019 fino a 4036 dollari. Negli ultimi mesi la quotazione massima è stata raggiunta a giugno, quando il Bitcoin ha raggiunto il prezzo di 12 929 dollari, per poi subire un ulteriore graduale calo prima del "crack" odierno.
Il Bitcoin è una criptovaluta, una valuta digitale creata e gestita elettronicamente senza alcun controllo centralizzato. Non viene stampato ma creato attraverso un software che sfrutta complicate formule matematiche e il sistema della blockchain.
Tra le criptovalute, il Bitcoin ha la più alta capitalizzazione di mercato, è il più conosciuto al mondo e il più seguito dagli appassionati di finanza e tecnologia.
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