In precedenza il presidente USA Donald Trump ha ordinato di preparare una lista di merci cinesi del valore di 200 miliardi di dollari da sottoporre a dazi e tariffe del 10% se Pechino continuerà ad aumentare i dazi sui prodotti americani.
Nella dichiarazione del dipartimento di commercio di cinese si sostiene che la volontà USA di scatenare una guerra commerciale e la violazione delle regole del mercato danneggeranno gli interessi non solo di entrambi i paesi ma di tutto il mondo.
Alla fine di marzo Donald Trump ha firmato il memorandum "Sulla lotta all'aggressione economica della Cina" che permette di imporre limitazioni sull'import di merci cinesi.
Nelle settimane successive gli Stati Uniti hanno pubblicato un elenco di 1.300 merci cinesi, che potrebbero essere sottoposte a dazi all'importazione. In questa maniera Washington intende pareggiare il deficit commerciale di diversi miliardi di dollari con Pechino. Secondo i calcoli dell'amministrazione statunitense, la Cina perderà circa $50 miliardi all'anno con le nuove tasse.
In risposta, la Cina ha prima imposto dazi su 128 beni americani, e poi deciso di estendere le misure fiscali ad altri 106 prodotti dagli Stati Uniti. I tempi della loro introduzione dipendono dal momento in cui le autorità degli Stati Uniti annunciano l'introduzione delle loro restrizioni sulle merci provenienti dalla Cina.Nel mese di maggio, le parti hanno convenuto di adottare misure efficaci per ridurre il deficit degli Stati Uniti nel commercio con la Cina, aumentando in modo significativo l'esportazione di beni e servizi degli Stati Uniti alla Cina, di non iniziare una guerra commerciale e fermare l'introduzione di tariffe commerciali reciproche.
La Casa Bianca ha promesso a giugno di dichiarare l'elenco definitivo delle merci provenienti dalla Cina soggette ai nuovi dazi del 25%. Le tariffe entreranno in vigore subito dopo la pubblicazione della lista.
Il Ministero del commercio cinese in risposta ha espresso sorpresa e ha riferito che la dichiarazione di Washington costituisce una violazione fondamentale degli accordi già raggiunti.
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