Le sanzioni, naturalmente, hanno avuto un impatto negativo sull'economia russa, riconosce il ministro dell'Industria e del Commercio Denis Manturov, tuttavia ci "siamo abituati." Allo stesso tempo le sanzioni hanno contribuito allo sviluppo del settore manifatturiero russo.
"Onestamente ora siamo completamente interessati alla loro estensione," — ha esclamato Manturov in un'intervista a Les Echos.
Secondo le sue stime, grazie all'embargo agroalimentare di Mosca contro i Paesi della UE, il settore agricolo russo è cresciuto col 4-5% all'anno. Inoltre le sanzioni hanno spinto la crescita in altri settori: ingegneria meccanica, industria chimica, farmaceutica e aerospaziale. Hanno beneficiato di questa situazione anche le imprese energetiche russe, capaci di trovare nuove alleanze. Conseguentemente entro la fine dell'anno il governo si aspetta che la crescita complessiva della produzione industriale tra il 2 e 3%.
Secondo Manturov, durante le crisi del 2008 e del 2015, molto è stato fatto per diversificare la produzione, ma se prima della guerra di sanzioni con l'Occidente le esportazioni di idrocarburi e delle altre risorse naturali erano più della metà, oggi la loro quota è inferiore al 50%.
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