Pertanto è molto importante, ha sottolineato, che il gas russo attraverso "Turkish Stream" raggiunga la regione balcanica.
"Il grande errore di tutti i Paesi dell'Europa sudorientale è che hanno permesso che il progetto "South Stream" non venisse realizzato, in primo luogo per la posizione di Bruxelles che non ha offerto alternative", ha osservato Bajatovic.
Il direttore della società Srbijagas ritiene che se fossimo alle porte del 2019 e la Russia interrompesse le forniture di gas attraverso il territorio ucraino, il sud-est dell'Europa congelerebbe proprio come la Bulgaria nel 2009 che, allo stesso tempo ha deciso di bloccare "South Stream".
Secondo Bajatovic, il gas attraverso un nuovo corridoio meridionale, sia attraverso la nuova variante di "South Stream" o "Turkish Stream", è necessario per i Paesi dell'Europa sud-orientale, dal momento che l'alternativa proposta nella forma di "Nord Stream", porta di fatto benefici solo alla Germania, dal momento che Berlino controllerebbe tutti i flussi di gas in arrivo dalla Russia.
"Penso che gli approvvigionamenti di gas debbano essere diversificati sia politicamente che economicamente. Non è certo ragionevole aspettarsi il gas dagli Stati Uniti, finchè il barile di petrolio non raggiunge i 100 dollari. Non è un'alternativa nemmeno il gas dal giacimento di Shah Deniz, dal momento che lo stesso Azerbaigian acquista il gas russo per soddisfare il proprio fabbisogno interno. Non sono ancora pronti nè il gasdotto Trans-Adriatico né il corridoio meridionale del gas. Inoltre la Serbia non è menzionata in nessuno di questi progetti," — ha detto Bajatovic.
Se la Serbia vuole collegarsi a "Turkish Stream", ritiene l'interlocutore di Sputnik, serve costruire il ramo di collegamento tra la Grecia e la Turchia, o anche se molto meno probabile tra la Turchia e la Bulgaria.
"Dobbiamo aspettare che venga costruita la linea di collegamento tra la Grecia e la Bulgaria, o tra la Serbia e la Bulgaria per poter aver la possibilità tecnica di ricevere il gas lungo questa direzione. Al momento stiamo lavorando su un percorso alternativo che prevede il prelievo di gas da "Nord Stream": non sarà molto più costoso rispetto al percorso corrente attraverso l'Ucraina", — ha detto Bajatovic.
Secondo lui, si può sicuramente dire una cosa: la Russia, più precisamente Gazprom, non lascerà la Serbia senza gas.
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