Durante un incontro nell'ambito del G20 in Cina, il ministro dell'Energia russo Alexander Novak e il ministro dell'Energia, dell'Industria e delle Risorse Minerarie dell'Arabia Saudita Khalid Falih hanno concordato la necessità di frenare l'eccessiva volatilità del mercato del petrolio, in quanto ha un impatto negativo sulla crescita economica globale e sulla stabilità di lungo periodo, si osserva nella dichiarazione.
"In merito i ministri hanno concordato di agire congiuntamente o in collaborazione con gli altri produttori di petrolio".
Le parti hanno inoltre convenuto di proseguire le consultazioni sul mercato del petrolio e di istituire una task force congiunta che seguirà gli indicatori fondamentali del mercato petrolifero. Inoltre il gruppo di lavoro interverrà con raccomandazioni relativamente alle azioni comuni da intraprendere per garantire la stabilità del mercato petrolifero.
I ministri hanno fissato per il prossimo ottobre una riunione bilaterale del gruppo di lavoro per la cooperazione su petrolio e gas. I ministri avranno riunioni periodiche a margine del vertice ministeriale ad Algeri di questo mese e del vertice OPEC a Vienna di novembre, si legge nel comunicato.
Le agenzie di stampa russe hanno riportato le parole di Novak, secondo cui Mosca è pronta ad aderire al congelamento della produzione petrolifera in caso la corrispondente decisione venga presa dagli altri produttori.
Secondo Novak, il bilanciamento della domanda e offerta e il congelamento della produzione potrebbero stabilizzare ulteriormente il mercato, viene riferito.
Ma il ministro saudita Falih in un'intervista con un canale televisivo arabo ha affermato che attualmente non vi è alcuna necessità di bloccare la produzione.
Il congelamento della produzione non è l'unica soluzione per stabilizzare il mercato, ha detto.
Novak ha inoltre riferito che l'Iran dovrebbe accedere al livello di produzione pre-sanzioni prima di unirsi alla discussione per la normalizzazione del mercato, rilevano i media russi. Secondo Falih l'Iran ha già raggiunto questo livello.
Falih attribuisce all'accordo congiunto con la Russia lo scopo di incoraggiare gli altri produttori di petrolio a fare quadrato attorno ad esso.
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