Ad aprile, il volume delle esportazioni di petrolio russo in Cina è salito a 1,17 milioni di barili al giorno, riferisce l'Ufficio statistico dell'Amministrazione generale delle dogane della Cina. In termini annuali, la crescita è pari al 52%, fino a 4,81 milioni di tonnellate. Le importazioni di petrolio dall'Arabia Saudita a loro volta sono diminuite in termini annui del 22%, fino a 4,12 milioni di tonnellate: nel mese di aprile Riyadh ha inviato a Pechino 3,98 milioni di tonnellate di greggio.
"I volumi record di importazioni dalla Russia sono molto probabilmente legati alle attività delle raffinerie indipendenti cinesi, che mettono a scorta il petrolio acquistato in precedenza ad un prezzo basso", — ha riferito alla "Reuters" un trader cinese.
Un altro intervistato ha dichiarato che a giugno sarà probabile un calo dei volumi delle importazioni di petrolio russo conseguentemente all'aumento dei prezzi dell'oro nero nei mercati borsistici.
L'analista del mercato delle commodities (materie prime) della compagnia "RBC Capital Markets" Michael Tran ha notato che la Russia è diventata il più grande rivale dell'Arabia Saudita in Cina, il mercato con i maggiori volumi di domanda di petrolio.
In precedenza alcuni esperti hanno notato che il ruolo decisivo nel successo del petrolio russo in Cina è stato ricoperto dalla decisione di Mosca di accettare come pagamento per il petrolio gli yuan. Riyadh non ha ancora intrapreso misure simili, accettando da Pechino esclusivamente pagamenti in dollari USA per il petrolio.
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