Ad aprile l'inflazione dell'eurozona è tornata di nuovo negativa, registrando un —0,2% rispetto alle previsioni degli economisti interpellati da Bloomberg, che avevano ipotizzato un —0,1%. Tuttavia il presidente della Banca Centrale Europea non ha avuto solo cattive notizie: l'economia dell'eurozona è cresciuta dello 0,6% nel primo trimestre, mentre il tasso di disoccupazione a marzo è sceso al livello più basso dal 2011.
Draghi ha osservato il graduale miglioramento della situazione nei 19 Paesi, che tuttavia non sminuisce le sue preoccupazioni sulle prospettive dell'inflazione. A marzo la BCE aveva abbassato i tassi di interesse ed ampliato il programma di stimoli e lo stesso Draghi aveva chiarito sarebbe stato disposto a misure più aggressive per sostenere la ripresa dei prezzi e togliere l'eurozona dalla spirale deflattiva.
"Draghi deve stare in guardia: a dispetto di un tasso di crescita accettabile, l'inflazione non cresce, — ha detto a Francoforte l'economista di "Commerzbank AG" Michael Schubert. — La BCE in futuro è destinata ad ulteriori azioni, in particolare ad espandere il programma di "Quantitative Easing", quindi per la prima volta occorre essere pazienti."
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