Seduta in profondo rosso per le Borse europee sulla scia delle pesanti perdite registrate dagli indici asiatici e dell'inarrestabile tracollo del prezzo del petrolio, sceso sotto i 28 dollari.
Milano lascia sul terreno il 3,44%, scendendo ai minimi da 54 settimane. Diffusi ribassi anche sulle principali borse europee che accusano notevoli flessioni. Peggio di Milano solo Atene.
A Piazza Affari nessun titolo del listino principale ha il segno verde. Drammatica la performance di Mps, sospesa quando ha toccato —18,2%, nonostante il divieto alle vendite allo scoperto e le rassicurazioni dell'Ad Viola sui fondamentali della banca. A Milano continuano a perdere terreno le azioni degli istituti di credito, penalizzati dall'incertezza sulla gestione dell'annoso problema dei crediti deteriorati (un fardello da 350 miliardi che pesa sui bilanci).
Il prezzo del barile è determinante. Il light crude Wti ha aggiornato il proprio minimo dal settembre 2003 a 27,32 dollari al barile, in calo di 1,14 dollari al barile. L'altro principale benchmark di riferimento, il Brent del Mare del Nord, cede 88 cent a 27,88 dollari al barile dopo aver toccato ieri un minimo dal novembre 2003 a 27,67 dollari al barile.
All'indomani di una seduta contrastata, anche a Wall Street si preannuncia un avvio degli scambi in forte calo. Il Dow Jones, l'S&P 500 e il Nasdaq restano in correzione, avendo perso almeno il 10% dai recenti massimi. Il sell-off in arrivo a Wall Street segue quello sulle borse asiatiche, dove il Nikkei in Giappone ha perso il 3,7% cedendo il 20% dallo scorso giugno. Lo Shanghai Composite cinese ha lasciato sul terreno un altro 1%.
Il Sole 24 Ore riporta lo studio effettuato dall'analista croato, Marko Kolanovic, Global Head of Derivative and Quantitative Strategies di JPMorgan, secondo il quale la probabilità di un 2016 con un "mercato orso" (cioè in calo di almeno il 20%) è di circa il 25%. Ragionando in termini di analisi statistica, Kolanovic spiega come nel lungo periodo esista una correlazione tra Borse e petrolio.
"Negli ultimi trent'anni, infatti, le divergenze tra i prezzi dei due asset si sono "ricomposte" in un lasso di tempo relativamente breve. Attenzione però, rileva Kolanovic, perché l'attuale sottoperformance del greggio rispetto a Wall Street non solo è molto profonda, ma è anche la più lunga della storia, probabilmente grazie alla rivoluzione dello shale gas & oil".
Cliccando sul bottone "Pubblica", conferisce il proprio pieno consenso all'utilizzo dei dati del proprio account Facebook perchè le venga data la possibilità di commentare le notizie sul nostro sito mediante l'utilizzo di questo account. Può consultare nel dettaglio le modalità di utilizzo dei dati nella sezione Informativa sull’utilizzo dei dati personali.
Può ritirare il proprio consenso cancellando tutti i commenti che ha scritto.
Tutti i commenti
Mostra nuovi commenti (0)
In risposta (Mostra commentoNascondi commento)