Seconda chiusura anticipata per le borse cinesi, alle prese con pericolose turbolenze da inizio anno. Dopo la decisione di ieri di tagliare ancora lo yuan, arrivato in queste ore ai suoi livelli più bassi da 5 anni a questa parte, le contrattazioni sono state chiuse in anticipo dopo una prima sospensione, arrivata pochi minuti dopo l'apertura per il crollo degli indici principali sotto la soglia del 7%. L'intento da parte del governo di Pechino è quello di stimolare la domanda interna, favorendo le esportazioni grazie ad uno yuan più debole ma, nonostante gli svariati tentativi degli ultimi mesi, i dati sulla minore crescita continuano a gettare panico tra gli investitori.
La performance negativa ha trascinato verso il basso tutte le piazze asiatiche, generando ricadute negative su tutti i listini europei.
Alle aperture di questa mattina, tutte le piazze affari europee infatti hanno scontato passivi pesantissimi, anche oltre il 4%, per poi assestarsi poco sopra questa pericolosa soglia. Milano, Londra, Madrid e Parigi galleggiano intorno al —2,5%, con l'indice DAX di Francoforte, maglia nera della giornata, che fa registrare un passivo superiore al 3,5%.
Cliccando sul bottone "Pubblica", conferisce il proprio pieno consenso all'utilizzo dei dati del proprio account Facebook perchè le venga data la possibilità di commentare le notizie sul nostro sito mediante l'utilizzo di questo account. Può consultare nel dettaglio le modalità di utilizzo dei dati nella sezione Informativa sull’utilizzo dei dati personali.
Può ritirare il proprio consenso cancellando tutti i commenti che ha scritto.
Tutti i commenti
Mostra nuovi commenti (0)
In risposta (Mostra commentoNascondi commento)