Il Governo italiano fa cassa con Enel. La cessione di un pacchetto da 540 milioni di azioni di Enel, azienda per la produzione e distribuzione di elettricità, rende alle casse dello Stato italiano 2,2 miliardi di euro ma soprattutto rende virtualmente "scalabile" la proprietà, che resta tuttavia in mano al Tesoro italiano con il 25,5% del capitale azionario. L'operazione lampo, originariamente pianificata dal governo Letta in un più vasto progetto di privatizzazioni, è stato sostanzialmente confermato dall'esecutivo guidato da Matteo Renzi che, a mercati chiusi, ha annunciato ieri pomeriggio la cessione delle quote. Soddisfazione da parte del ministro per l'Economia Piercarlo Padoan, che aveva ampiamente anticipato negli ultimi mesi come le dismissioni sarebbero iniziate proprio dalla compagnia elettrica, ma solo pochi giorni fa aveva rallentato, sottolineando la necessità di realizzare questo tipo di operazioni "in condizioni di mercato favorevoli".
Si aggiunge quindi un altro tassello al progetto di quotazione sui mercati di parte dell'asset strategico italiano, che ha visto coinvolte fino ad ora Fincantieri, la Cassa Depositi e Prestiti, l'Ansaldo e le antenne di Rai Way, oggetto in queste ore di offerte da parte di Mediaset. Le prossime mosse riguarderanno Poste Italiane e Ferrovie, per cui il Tesoro ha precisato nuovamente che si aspetteranno le condizioni in cui "i mercati consentiranno di realizzare valori adeguati", prima di pensare concretamente alle operazioni da fare.
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