I nemici dell'Iran dovrebbero continuare ad aspettarsi la "vendetta" per l'assassinio dello scorso gennaio del comandante delle unità d'èlite Quds delle guardie della Rivoluzione Islamica Qasem Soleimani e del vicepresidente del Comitato di mobilitazione popolare iracheno Abu Mahdi al-Muhandis, ha avvertito il generale Mohammad Hossein Bagheri.
"Il brutale assassinio di Qasem Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis nell'oscurità della notte e sotto l'ordine diretto del regime criminale statunitense è una chiara indicazione della lotta contro l'Islam e una conferma del terrorismo di Stato", ha detto Bagheri, parlando alla Conferenza Internazionale per l'Unità Islamica. I suoi commenti sono stati riportati dall'agenzia Mehr News.
Definendo gli attacchi missilistici dell'Iran su due basi statunitensi in Iraq un "balsamo temporaneo" per il mondo musulmano, Bagheri ha avvertito che i nemici dell'Iran "devono attendersi una vendetta su personaggi di alto valore e livello come il generale Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis".
Il 3 gennario in un attacco di droni statunitensi sono stati uccisi Soleimani e al-Muhandis a Baghdad. Cinque giorni dopo, l'8 gennaio, l'Iran ha lanciato oltre una decina di missili contro un paio di basi statunitensi in Iraq, ferendo oltre 100 militari americani. Ad agosto un alto comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie ha affermato che la ragione principale per cui l'Iran non si era vendicata contro gli Stati Uniti assassinando un alto funzionario militare americano era perché non era stato in grado di "trovare nessuno che avesse lo stesso valore".
Intervenendo alla conferenza, Bagheri ha ribadito che Soleimani era "amato" sia da iraniani che da non iraniani per la sua devozione alla fede islamica e per la sua lotta contro il Daesh (noto anche come Isis o Stato Islamico - ndr)* ed altri gruppi terroristici islamici sunniti.
"Barbarie" Usa
Bagheri ha continuato il suo attacco a Washington a seguito della "barbaria" per l'imposizione di schiaccianti sanzioni economiche contro l'Iran, nonostante la pandemia di coronavirus, definendola il culmine della ferocia americana.
"Il picco della ferocia degli Stati Uniti diventa evidente quando impone le sanzioni economiche più dure, tanto che è diventato molto difficile procurarsi medicinali per i pazienti", ha detto il comandante.
Suggerendo che il mondo islamico sia entrato in un "momento critico", Bagheri ha inoltre criticato la recente decisione di alcuni Stati musulmani di normalizzare i legami con Israele.
"Alcuni leader di Paesi islamici sono diventati così sfacciati che sono corsi dietro ai malvagi Stati Uniti ed hanno pugnalato alle spalle la comunità islamica normalizzando le loro relazioni con il regime sionista. Questi governanti hanno fatto affidamento sul potere vuoto degli Stati Uniti, che a loro volta sono in declino ed hanno paura del fronte della resistenza", ha detto.
Emirati Arabi, Bahrein e Sudan hanno recentemente normalizzato le relazioni con Israele, unendosi a Egitto e Giordania nel mantenere rapporti diplomatici con Tel Aviv. Diciassette Paesi arabi continuano a non avere relazioni con lo Stato ebraico.
*organizzazione terroristica illegale in Russia
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