Forse pochi sanno o hanno sentito parlare del portale web Myrotvorets (che tradotto significa orwellianamente “Il Pacificatore”). Questo sito, nato dopo i fatti ormai comunemente noti dell'Euromaidan e dell'inizio del conflitto civile in Ucraina nel 2014, è stato sviluppato da un'omonima organizzazione non governativa fondata da Roman Zaitsev, ex-impiegato dell'SBU, vale a dire i servizi segreti nazionali dello stato ucraino, e fu lanciato lo stesso anno dell'inizio della crisi da George Tuka, personaggio politico di rilievo del panorama ucraino, incaricato precedentemente dell'amministrazione della regione di Lugansk direttamente dall'attuale presidente del Paese, Petro Poroshenko. Tutt'oggi il sito web è gestito dagli apparati di sicurezza dell'SBU ed è promosso dai consiglieri del Ministero dell'Interno ucraino.
Il sito, il cui rapporto con le autorità civili e militari dello stato ucraino sembra indiscutibile, è stato più volte denunciato pubblicamente da attivisti e giornalisti per l'attività che promuove, vale a dire quella di schedatura di tutti coloro che nel mondo sono ritenuti (a torto o a ragione) “nemici dell'Ucraina”. Il sito infatti riporta una lista di diverse decine di migliaia di persone, macabramente intitolata “Purgatorio”, sui cui profili vengono aggiunte le informazioni personali di ognuna, dai profili sociali, ai numeri di telefono, agli indirizzi. La natura di questa lista di persone è abbastanza chiara, e si tratta in maniera piuttosto evidente di una kill-list, quegli elenchi di personaggi da eliminare quando e dove possibile divenuti tristemente famosi nel mondo a causa dell'estremismo islamico. Le intenzioni del sito sono abbastanza esplicite a riguardo. Ogni qual volta uno dei nominativi segnalati viene eliminato, sia sul teatro di guerra quando si tratta di un combattente del Donbass, sia nel contesto cittadino quando si tratta di un giornalista o di un personaggio politico scomodo, il sistema informatico classifica la sua scheda personale come “Purgato”. Il caso Myrotvorets scoppiò giornalisticamente nell'Europa dell'est dopo che il sito pubblicò gli indirizzi e le informazioni personali del giornalista Oles Buzina e dell'ex-parlamentare Oleg Kalashnikov ed entrambi vennero assassinati. Anton Gerashenko, consigliere del Ministero dell'Interno ucraino, figura di rilievo delle istituzioni e promotore di Myrotvorets, nel 2015 suggerì di allungare la lista con i nemici dell'Ucraina e dello Stato Islamico, così che quest'ultimo avrebbe potuto vendicarsi per conto loro “sotto la legge della sharia”.Malgrado il sito sia stato varie volte messo sotto attacco dall'opinione pubblica e dalle stesse Nazioni Unite: nel 2017 l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha esortato il governo ucraino a indagare sulle attività del sito, in netto contrasto con i principi umanitari internazionali, ovviamente senza ottenere alcun risultato.
Risulta assai strano che un Paese che pretende di avere relazioni diplomatiche distese con l'Italia, che ha le sue sedi diplomatiche sul territorio nazionale e che non nasconde le sue ambizioni di entrata nell'Unione Europea, scriva attraverso un proprio canale politico determinate accuse contro una delle principali figure istituzionali della Repubblica, considerandola peraltro una persona da “purgare”.
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