https://it.sputniknews.com/20230907/bruxelles-non-e-riuscita-a-garantire-la-diversificazione-delle-fonti-energetiche-per-larea-ue-17481393.html
Bruxelles non è riuscita a garantire la diversificazione delle fonti energetiche per l'area Ue
Bruxelles non è riuscita a garantire la diversificazione delle fonti energetiche per l'area Ue
L'Ue si trova ad affrontare una sfida energetica di notevole peso. Molte le domande che restano ancora aperte, alla luce dei cattivi rapporti con i principali... 07.09.2023, Sputnik Italia
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Nonostante tutti gli sforzi fatti, l'Unione Europea ha fallito nel progetto di emanciparsi dalla dipendenza dalle fonti energetiche russe.A sottolinearlo, la Cnn, in un articolo che mette in luce come non solo, da un lato le sanzioni abbiano colpito il settore del gas, ma non quello del gas liquefatto da un lato, e dall'altro come le rinnovabili non siano, nonostante i clamori, sufficenti a coprire i bisogni dell'area Ue.Interviene sul merito Milan Elkerbout, esperto e ricercator per il Center for European Policy Studies, che sottolinea come sia stato parziale e fuorviante il dettare l'embargo al gas russo, lasciando fuori dal discorso sanzioni il GNL, come si evince dal suo intervento, riportate qui in calce:Intanto l'Ue sostiene che la maggior parte del gas naturale che riceve provenga da Usa, Qatar, Nigeria.Bisogna sottolineare che gli scambi di questa importante materia prima avvengono in borsa, dove è facile "omettere" o mascherare la provenienza effettiva.Molto si parla di "Green Deal", il nuovo corso in quel di risorse energetiche annunciato negli ultimi anni con tanta enfasi, ma se ne dà una scadenza al 2050, con un costo stimato di 1 trilione di euro.Con crescenti preoccupazioni nei confronti della Cina, che nel frattempo è diventata una potenza in termini di numeri dal punto di vista economico e tecnologico, e che punta a ritagliarsi una grande fetta di mercato anche nel settore delle rinnovabili, come ad esempio nella fornitura di batterie: a Bruxelles si teme una eccesiva dipendenza da quest'ultima, specie per le forniture di materie prime e materiali in genere per la transizione ecologica.A pesare in definitiva sulla bilancia dell'Ue in termini di risorse energetiche, sono le cattive relazioni proprio con i principali paesi produttori, discorso che vale per il gas come per le terre rare e per altri importanti apporti fondamentali nel mondo attuale.
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Bruxelles non è riuscita a garantire la diversificazione delle fonti energetiche per l'area Ue
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L'Ue si trova ad affrontare una sfida energetica di notevole peso. Molte le domande che restano ancora aperte, alla luce dei cattivi rapporti con i principali paesi produttori.
Nonostante tutti gli sforzi fatti, l'Unione Europea ha fallito nel progetto di emanciparsi dalla dipendenza dalle fonti energetiche russe.
A sottolinearlo, la Cnn, in un articolo che mette in luce come non solo, da un lato le sanzioni abbiano colpito il settore del gas, ma non quello del gas liquefatto da un lato, e dall'altro come le rinnovabili non siano, nonostante i clamori, sufficenti a coprire i bisogni dell'area Ue.
Interviene sul merito Milan Elkerbout, esperto e ricercator per il Center for European Policy Studies, che sottolinea come sia stato parziale e fuorviante il dettare l'embargo al gas russo, lasciando fuori dal discorso sanzioni il GNL, come si evince dal suo intervento, riportate qui in calce:
"Il GNL è una soluzione così ovvia che è diventata una priorità, ma poiché il GNL è un prodotto molto flessibile e circolante, la sua origine è un po 'più difficile da rintracciare (...) Ciò significa che indirettamente, parte del GNL potrebbe provenire dalla Russia, che contribuirà comunque alle sue entrate".
Intanto l'Ue sostiene che la maggior parte del gas naturale che riceve provenga da Usa, Qatar, Nigeria.
Bisogna sottolineare che gli scambi di questa importante materia prima avvengono in borsa, dove è facile "omettere" o mascherare la provenienza effettiva.
Molto si parla di "Green Deal", il nuovo corso in quel di risorse energetiche annunciato negli ultimi anni con tanta enfasi, ma se ne dà una scadenza al 2050, con un costo stimato di 1 trilione di euro.
Con crescenti preoccupazioni nei confronti della Cina, che nel frattempo è diventata una potenza in termini di numeri dal punto di vista economico e tecnologico, e che punta a ritagliarsi una grande fetta di mercato anche nel settore delle rinnovabili, come ad esempio nella fornitura di batterie: a Bruxelles si teme una eccesiva dipendenza da quest'ultima, specie per le forniture di materie prime e materiali in genere per la transizione ecologica.
A pesare in definitiva sulla bilancia dell'Ue in termini di risorse energetiche, sono le cattive relazioni proprio con i principali paesi produttori, discorso che vale per il gas come per le terre rare e per altri importanti apporti fondamentali nel mondo attuale.