Kiev intende inondare l'Ue con richieste di estradizione dei coscritti scappati all'estero

© Sputnik . Stringer / Accedi all'archivio mediaPolizia arresta nazionalista ucraini ad Odessa
Polizia arresta nazionalista ucraini ad Odessa  - Sputnik Italia, 1920, 04.09.2023
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Dopo che il presidente Zelensky ha annunciato una stretta sui capi degli uffici di arruolamento per forti sospetti di corruzione, il rischio è che da parte ucraina si dia inizio a una massa di richieste per l'estradizione di tutti coloro che sono scappati all'estero in modo irregolare.
La settimana scorsa David Arakhamia, a capo della fazione parlamentare del partito dello stesso presidente Zelensky, ha tuonato in parlamento contro gli stessi uomini ucraini che "hanno speso milioni di dollari" per ottenere documenti falsi e poter così eludere la chiamata alle armi, scappando all'estero.
Ora il maggior quotidiano polacco, Rzeczpospolita, fa notare che l'Unione Europea potrà presto essere inondata di richieste di estradizione.
Da dati delle guardie di frontiera polacche infatti, si hanno segnalazioni di 79.754 uomini in età tra i 18 e i 60 anni, vale a dire appartenenti alla fascia di età cui è, salvo eccezioni, proibito lasciare il Paese, che si trovano attualmente sul suolo polacco.
Sul come abbiano fatto a passare la frontiera, il deputato Arakhamia ne è certo: procurandosi illegalmente certificati che hanno permesso le dovute "eccezioni".
In passato la Polonia ha già provveduto a riconsegnare al suolo patrio gli uomini come da rapporti.
Ma si trattava di persone dedite al contrabbando di immigrati clandestini. Ora il timore è che il governo di Kiev li rivoglia indietro tutti.
La Rzeczpospolita prosegue sollevando dubbi circa le reali capacità del governo di Kiev di poter procedere con una simile mole di richieste di estradizione.
Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha intanto annunciato il mese scorso una stretta sulla "cattiva usanza" di corrompere gli addetti alle chiamate di leva, sottolineando sospetti su casi di corruzione, giro di vite che ha portato tra l'altro la scorsa settimana al licenziamento del ministro della Difesa, Aleksey Reznikov.
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