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Il parlamento iraniano lancia disegno di legge che fissa i tempi dell'accordo sul nucleare
Il parlamento iraniano lancia disegno di legge che fissa i tempi dell'accordo sul nucleare
Il parlamento iraniano ha presentato un disegno di legge per fissare il tempo limite oltre il quale salterà ogni ulteriore possibilità di trovare un accordo... 28.03.2023, Sputnik Italia
2023-03-28T22:42+0200
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L'Iran e gli Stati Uniti hanno ripreso i colloqui indiretti sul possibile ritorno di Washington all'accordo nucleare JCPOA nella primavera del 2021, ma si sono bloccati dopo che il presidente Biden ha confermato di essere pronto a "distruggere" l'accordo piuttosto che togliere l'etichetta di "organizzazione terroristica straniera" alle guardie rivoluzionarie iraniane.Il parlamento iraniano ha presentato ora un disegno di legge per ridurre la quantità di tempo concesso per i negoziati sull'accordo nucleare, dato che "il Paese non ha intenzione di vedere i colloqui trascinarsi per sempre", ha detto il ministro degli Esteri iraniano Amir Abdollahian."La porta del dialogo non rimarrà aperta per sempre", ha sottolineato lo stesso.Abdollahian ha inoltre ribadito che il suo Paese rimane "impegnato a cooperare con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica".Non è la prima volta che Abdollahian e altri alti funzionari iraniani hanno messo in guardia Washington dal cercare di prolungare i colloqui sul nucleare a tempo indeterminato.Alla fine dell'anno scorso, il ministro degli Esteri ha detto che sebbene esista la "possibilità" di raggiungere un accordo, "se gli occidentali continuano il loro comportamento ipocrita e interventista, ci dirigeremo verso un'altra strada".Il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha fatto eco a queste preoccupazioni, sottolineando nel 2021 che la Repubblica islamica non era interessata a "colloqui fini a sé stessi", sollecitando il governo a tenere presente che l'esperienza dell'Iran ha mostrato che "fidarsi dell'Occidente non funziona".I nuovi colloqui sul ripristino dell'accordo nucleare del 2015, formalmente noto come Piano d'azione globale congiunto (JCPOA), si avvicinano al loro secondo anniversario.Mentre i negoziatori iraniani inizialmente speravano che l'amministrazione Biden si sarebbe dimostrata amichevole ripristinando rapidamente la partecipazione degli Stati Uniti all'accordo, i colloqui alla fine si sono interrotti, con il nocciolo del problema incentrato sul rifiuto degli Stati Uniti di revocare le sanzioni contro il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC).La decisione degli Stati Uniti di aumentare la pressione delle sanzioni sull'Iran sembra aver ulteriormente rafforzato la determinazione di Teheran a non tornare all'accordo, a meno che non ottenga le concessioni che cerca. Solo negli ultimi due mesi, Washington ha imposto nuove restrizioni all'Iran sull'industria petrolifera, il settore della difesa e funzionari governativi.Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha detto la scorsa settimana ai legislatori che le sanzioni contro l'Iran non hanno funzionato:L'Iran è la seconda nazione più pesantemente sanzionata al mondo dopo la Russia, con circa 2,260 restrizioni mosse contro il Paese dagli Stati Uniti e dai loro alleati.Il JCPOA è stato firmato da Iran, Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Germania, Regno Unito e Unione europea nell'ottobre 2015. L'accordo, negoziato per un periodo di due anni, prometteva a Teheran un alleggerimento delle sanzioni in cambio di limitazioni alle sue attività di arricchimento nucleare e di stoccaggio. L'amministrazione Trump ha unilateralmente demolito l'accordo nel 2018 e ripristinato le sanzioni, con l'Iran che ha intensificato le sue attività di arricchimento dopo che i firmatari del trattato dell'Europa occidentale non sono riusciti a trovare una soluzione alle sanzioni statunitensi.Nonostante i suoi sforzi circa l'arricchimento nucleare, l'Iran sostiene che non ha intenzione di perseguire armi nucleari, citando fatwa religiose (sentenze religiose) del leader supremo Khamenei che vietano le armi nucleari e tutte le altre armi di distruzione di massa.Il programma nucleare iraniano è attualmente sotto stretto monitoraggio da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
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Il parlamento iraniano lancia disegno di legge che fissa i tempi dell'accordo sul nucleare
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Il parlamento iraniano ha presentato un disegno di legge per fissare il tempo limite oltre il quale salterà ogni ulteriore possibilità di trovare un accordo con gli Stati Uniti sul nucleare. "Il Paese non ha intenzione di vedere i negoziati trascinarsi per sempre", sottolinea il ministro degli Esteri Amir Abdollahian.
L'Iran e gli Stati Uniti hanno ripreso i colloqui indiretti sul possibile ritorno di Washington all'accordo nucleare JCPOA nella primavera del 2021, ma si sono bloccati dopo che il presidente Biden ha confermato di essere pronto a "distruggere" l'accordo piuttosto che togliere l'etichetta di "organizzazione terroristica straniera" alle guardie rivoluzionarie iraniane.
Il parlamento iraniano ha presentato ora un disegno di legge per ridurre la quantità di tempo concesso per i negoziati sull'accordo nucleare, dato che "il Paese non ha intenzione di vedere i colloqui trascinarsi per sempre", ha detto il ministro degli Esteri iraniano Amir Abdollahian.
"Un disegno di legge è stato presentato al parlamento iraniano per stabilire un periodo massimo per i negoziati sull'accordo nucleare", ha detto il diplomatico iraniano, parlando ai media regionali.
"La porta del dialogo non rimarrà aperta per sempre", ha sottolineato lo stesso.
Abdollahian ha inoltre ribadito che il suo Paese rimane "impegnato a cooperare con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica".
Non è la prima volta che Abdollahian e altri alti funzionari iraniani hanno messo in guardia Washington dal cercare di prolungare i colloqui sul nucleare a tempo indeterminato.
Alla fine dell'anno scorso, il ministro degli Esteri ha detto che sebbene esista la "possibilità" di raggiungere un accordo, "se gli occidentali continuano il loro comportamento ipocrita e interventista, ci dirigeremo verso un'altra strada".
Il leader supremo iraniano Ali Khamenei ha fatto eco a queste preoccupazioni, sottolineando nel 2021 che la Repubblica islamica non era interessata a "colloqui fini a sé stessi", sollecitando il governo a tenere presente che l'esperienza dell'Iran ha mostrato che "fidarsi dell'Occidente non funziona".
I nuovi colloqui sul ripristino dell'accordo nucleare del 2015, formalmente noto come Piano d'azione globale congiunto (JCPOA), si avvicinano al loro secondo anniversario.
Mentre i negoziatori iraniani inizialmente speravano che l'amministrazione Biden si sarebbe dimostrata amichevole ripristinando rapidamente la partecipazione degli Stati Uniti all'accordo, i colloqui alla fine si sono interrotti, con il nocciolo del problema incentrato sul rifiuto degli Stati Uniti di revocare le sanzioni contro il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC).
La decisione degli Stati Uniti di aumentare la pressione delle sanzioni sull'Iran sembra aver ulteriormente rafforzato la determinazione di Teheran a non tornare all'accordo, a meno che non ottenga le concessioni che cerca. Solo negli ultimi due mesi, Washington ha imposto nuove restrizioni all'Iran sull'industria petrolifera, il settore della difesa e funzionari governativi.
Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha detto la scorsa settimana ai legislatori che le sanzioni contro l'Iran non hanno funzionato:
"L'Iran sta soffrendo molto economicamente, a causa delle sanzioni (...) D'altra parte, se dovessi chiedere questo ha forzato un cambiamento nel comportamento? La risposta è molto meno di quanto vorremmo, idealmente".
L'Iran è la seconda nazione più pesantemente sanzionata al mondo dopo la Russia, con circa 2,260 restrizioni mosse contro il Paese dagli Stati Uniti e dai loro alleati.
Il JCPOA è stato firmato da Iran, Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Germania, Regno Unito e Unione europea nell'ottobre 2015. L'accordo, negoziato per un periodo di due anni, prometteva a Teheran un alleggerimento delle sanzioni in cambio di limitazioni alle sue attività di arricchimento nucleare e di stoccaggio. L'amministrazione Trump ha unilateralmente demolito l'accordo nel 2018 e ripristinato le sanzioni, con l'Iran che ha intensificato le sue attività di arricchimento dopo che i firmatari del trattato dell'Europa occidentale non sono riusciti a trovare una soluzione alle sanzioni statunitensi.
Nonostante i suoi sforzi circa l'arricchimento nucleare, l'Iran sostiene che non ha intenzione di perseguire armi nucleari, citando fatwa religiose (sentenze religiose) del leader supremo Khamenei che vietano le armi nucleari e tutte le altre armi di distruzione di massa.
Il programma nucleare iraniano è attualmente sotto stretto monitoraggio da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica.